Non c’è nessuna crisi di governo all’orizzonte. Alfano, Bersani e Casini, i tre leader di partito che sostengono il governo Monti, assicurano che la riforma del lavoro non farà cadere l’esecutivo dei professori. L’allarme lanciato da Seoul dal presidente del consiglio (“Se il Paese non è pronto, il governo potrebbe non restare”) è stato immediatamente ‘spento’ da A,B,C.
Bersani: fiducia al premier. “Il Paese è prontissimo – ha sottolineato il segretario del Pd – e il presidente Monti lo ha già visto, ma per aiutare il Paese ed affrontare l’emergenza bisogna che ci sia un buon dialogo e non un distacco tra la sensibilità del Paese e l’azione del governo”. E rassicura il premier: “Non vedo all’orizzonte una crisi di governo”. Insomma il leader del partito democratico esclude conseguenze negative legate all’approvazione della riforma del mercato del lavoro. Ma tiene a precisare che alcune norme del disegno di legge dovranno essere modificate in Parlamento. “Noi abbiamo espresso posizioni nette perché siamo persone informate dei fatti. Quando ci sarà un esame attento si vedrà che il tema che abbiamo posto non è ideologico ma pratico e questo verrà riconosciuto anche dagli interlocutori”, ha aggiunto Bersani. Che poi si chiede: “ci sono state modifiche di altri provvedimenti, a cominciare dal salva Italia, anche con un’intesa con il governo. E’ successo altre volte, perché non dovrebbe avvenire anche sulle norme sul mercato del lavoro?”.
Alfano: bene Monti, nessuna riformetta. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, si dice d’accordo con il presidente del consiglio sulla necessità di fare una seria e ‘rivoluzionaria’ riforma del mercato del lavoro. “Il presidente Monti ha appena detto che per lui è importante fare una buona riforma e non tirare a campare. Io sono pienamente d’accordo con lui: o facciamo una buona riforma o nessuna riforma”. “Se dobbiamo fare una riformetta fra 5, 6 o 7 mesi allora aspettiamo 12 mesi quando ci saranno le elezioni politiche. Se vincerà la sinistra farà la sua riforma dettata dalla Cgil – ha aggiunto Alfano – se vinceremo noi faremo la nostra riforma, quella suggerita da Marco Biagi. Se vogliamo una riformetta – ha concluso il segretario – allora è meglio aspettare un anno”.
Casini: Monti fino al 2013. Pieno sostegno al presidente del consiglio è stato espresso dal leader Udc Pier Ferdinando Casini. “Per noi il governo deve continuare e l’appello che facciamo è lo stesso: serve senso di responsabilità dei partiti, delle parti sociali, di tutti coloro che vogliono salvare questo Paese”. Il leader centrista in riferimento alle parole pronunciate dal premier dalla Corea aggiunge che il governo Monti “è l’ultimo di questa legislatura, noi pensiamo che ha molto lavoro da fare perché l’emergenza europea non è finita. Tante imprese sono in discussione mentre molti giovani non trovano lavoro. Le condizioni di emergenza, insomma, non si sono esaurite”. E sull’art. 18 l’ex presidente della Camera è netto: “Siamo con il governo, con quanto ha deciso nella sede collegiale del Consiglio dei ministri”.