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Una dichiarazione che lascia a bocca aperta tutti, colleghi del partito e non. “I vertici della Margherita sapevano”, così Luigi Lusi ha detto agli inquirenti della procura di Roma che lo hanno interrogato in merito all’appropriazione indebita di almeno 18/20 milioni di euro dalle casse della formazione politica. Ma la Margherita non ci sta. L’avvocato Titta Madia, legale del partito, ha ribattuto duramente alle parole di Lusi:”Ritengo del tutto illogico che i leader sapessero e approvassero le ruberie ai loro danni. Se Lusi ha fatto queste dichiarazioni segue una linea difensiva del tutto irragionevole”.
Ai giornalisti poi, l’ex tesoriere della Margherita ha spiegato: “Si è parlato di conti, solo di conti. Ho risposto a tutte le domande dei pubblici ministeri”. Alla domanda se gli siano stati contestati altri fatti, Lusi, entrato nell’ufficio dei magistrati con due grosse borse, ha risposto: “Chiedete ai magistrati, io ho chiarito tutto”. “Lusi è sollevato e sereno”, ha dichiarato l’avvocato Luca Petrucci ai giornalisti, precisando inoltre che nel corso dell’interrogatorio “è stato definito tutto il quadro”. I contenuti complessivi dell’atto istruttorio sono stati secretati. Agli atti dell’inchiesta c’è la deposizione che lo stesso Lusi rese nei mesi scorsi, e nella quale ammise tutto, cercando la strada per un patteggiamento stante una restituzione del dovuto. Poi dopo le promesse sono arrivati i sequestri disposti dall’autorità giudiziaria e le indagini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.
Il procuratore capo Giuseppe Pignatone, dopo aver partecipato alla maggior parte dell’interrogatorio ha lasciato l’ufficio. Il 5 aprile davanti al tribunale del riesame si discuterà del ricorso presentato dal senatore contro il sequestro di sei immobili (cinque a Capistrello nell’aquilano, uno ad Ariccia) e di due milioni di euro. Ma è possibile anche che i difensori decidano di ritirare l’istanza.
