Darfur, 13 poliziotti uccisi. “Non dovevano liberare Azzarà”

Il blitz che è costato la morte di tredici poliziotti sudanesi e il ferimento di altri30 inun conflitto a fuoco con una banda armata nel Darfur non era diretto a salvare Francesco Azzarà. Secondo il quotidiano Al-Ahrath gli agenti stavano compiendo un’azione per liberare tre ostaggi. Il governatore del South Darfur, Abdel Hamid Kasha, ha affermato che il blitz non aveva come obiettivo la liberazione del volontario. “L’italiano è un altro caso”, ha detto. Anche la Farnesina precisa che l’azione militare di oggi non ha “nessuna relazione con il caso Azzarà”. Il blitz di questa mattina nel Darfur non ci risulta “sia in alcun modo legata a Francesco e ai rapitori che lo tengono in ostaggio, secondo quanto apprendiamo dalle autorità sudanesi di Khartoum e Nyala e dai nostri contatti locali”, riferisce in una nota Emergency. ”Ciò che è accaduto ieri ha a che fare con una banda armata e non con un gruppo ribelle. La polizia ha tentato di liberare tre ostaggi a Jebel Marra. Ne è nato un conflitto a fuoco con la banda e noi abbiamo perduto 13 uomini, mentre altri 30 sono stati feriti”, aveva invece riferito il portavoce della polizia Ahmed al-Thugani. L’operatore di Emergency Francesco Azzarà, 34 anni, calabrese, è stato rapito lo scorso 14 agosto scorso nella città di Nyala, nel South Darfur, mentre in auto era diretto in aeroporto. Sulla sua auto, che è stata circondata da uomini armati, c’erano altri due colleghi. Fra i tre ostaggi che si è tentato di liberare nel blitz della polizia sudanese, scrive Al-Ahdath, figura anche “un uomo d’affari di Nyala”. Secondo il governatore del South Darfur, Abdel Hamid Kasha, con il blitz i poliziotti cercavano di liberare tre militari presi prigionieri da gruppi armati non meglio precisati.

 

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