“Fare la riforma sul lavoro insieme è meglio che farla separati. Il tema è cosa si fa se la Cgil dice di no, la nostra preoccupazione è sempre la stessa, cioè che l’agenda la detti un sindacato e non il governo che ha come bussola il bene dell’Italia e degli italiani”. Il segretario del Pdl Angelino Alfano apre alla proposta lanciata da Bersani, secondo cui la riforma sul lavoro “va fatta insieme”, ma senza i veti della Camusso.
“Se si troverà un punto di equilibrio sul bene dell’Italia noi saremo d’accordo -ha proseguito Alfano al suo arrivo a Palermo per partecipare a un convegno sul Mediterraneo- per essere ancora più concreti, se il tentativo è quello di non scontentare la Cgil, il nostro tentativo è invece quello di non scontentare gli italiani con le loro esigenze e i loro interessi”. Il Pdl, spiega il suo segretario, è per “una riforma del mercato del lavoro che crei più sviluppo e più occupazione e che dia fiducia sia ai mercati interni che ai mercati internazionali”. Ma in agenda ci sono anche tanti altri punti su cui bisogna accorciare le distanze che dividono i partiti della maggioranza di governo. A partire dalla giustizia. “La nostra proposta è chiara – spiega Alfano – Siamo a favore di una legge contro la corruzione, che punisca severamente i corrotti e che sia efficace, siamo per fare una legge sulle intercettazioni che crei un punto di equilibrio tra la necessità delle indagini e la tutela della privacy e siamo per mantenere la responsabilità civile dei magistrati”. Aspetto quest’ultimo che vede il Pd su posizioni molto diverse. E sulla legge elettorale precisa la posizione del Pdl “Abbiamo due vincoli chiari, su cui siamo disponibili a costruire un’intesa”, puntualizza Alfano. “Il primo è restituire ai cittadini la possibilità di scegliere il loro deputato e il loro senatore, l’altro che vorremmo fosse chiaro e netto è che i cittadini devono sapere in anticipo chi sono i candidati alla premiership”.