Il sindaco di Varapodio, Orlando Fazzolari, è indagato insieme ad altre cinque persone in merito alla gestione poco trasparente del centro di accoglienza per migranti della città nel Reggino. L’inchiesta “Cara accoglienza” condotta dai carabinieri avrebbe fatto emergere una “gestione personale e discrezionale, caratterizzata da poca trasparenza e correttezza” del centro.
Fazzolari è accusato di aver stipulato convenzioni con affidamenti diretti con imprese da lui scelte senza l’autorizzazione dal Consiglio comunale, che per gli investigatori rappresenta una violazione della normativa e del Codice degli appalti e della Convenzione con la Prefettura.
Il sindaco è accusato anche di falso ideologico per le autodichiarazioni con cui avrebbe attestato falsamente di non trovarsi in situazione di conflitto di interesse.
Tra gli indagati ci sono anche il gestore di una società cooperativa, due titolari di impresa di abbigliamento e due funzionari della Prefettura di Reggio Calabria. Sono indagati, a vario titolo, per falso ideologico (unico reato contestato ai funzionari della Prefettura), abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa ai danni dello Stato e peculato.
L’accordo con due imprese di abbigliamento che forniscono abiti e scarpe per i migranti avrebbe permesso al sindaco di stabilire arbitrariamente gli importi con i titolari, anche prima che questi fatturassero. Grazie all’accordo, il sindaco effettuato pagamenti maggiorati a spese del comune; inoltre, parte della merce acquistata sarebbe stata destinata al figlio del sindaco e non ai migranti.
I funzionari ispettori della Prefettura di Reggio, invece, sono indagati perché a margine di un controllo avrebbero redatto un falso verbale, senza notificare le irregolarità emerse sulla regolarizzazione delle cuoche e la forniture di alimenti.
Nel frattempo, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha parlato del boom di arrivi da parte di migranti nel mese di luglio, e del nuovo decreto immigrazione.