Regione Campania, quarantena obbligatoria per i cittadini che rientrano da viaggi all’estero: arriva una nuova ordinanza ad hoc. Sviluppi Sonrisa. Il piano del Governo nel caso di aumento dei contagi
Pandemia da Covid-19, rientri nel mirino di torna alla quarantena, obbligatoria per tutti coloro che tornano da un viaggio oltre confine.
Chiata come una sentenza, la dichiarazione del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, da sempre prudenzialmente rigido sul fronte della tutela della salute degli abitanti della regione che sta registrando qualche vado di troppo, al di là delle rosee aspettative: contagi di cittadini campani, avvenuti in altre nazioni dove questi si sono recati in vacanza.
A tutela degli abitanti cella Campania che con comportamento responsabile hanno cooperato dall’inizio del lockdown alla salvaguardia della salute pubblica e continuano ad agire in maniera cauta e responsabile, e a tutela dell’economia della Regione che non può assolutamente permettersi una nuova emergenza, De Luca, considerata l’attuale situazione in cui sono emersi nuovi casi di contagi relativi appunto a campani rientrati da viaggi fuori Italia, ha deciso di firmare stasera una nuova ordinanza che rende obbligatoria la quarantena automatica per tutti coloro che rientrano in Campania.
“Si ribadisce la necessità assoluta e urgentissima di un controllo severo alle frontiere e negli aeroporti. Per la Campania, avendo verificato che alcuni nostri concittadini, dopo un viaggio a Malta hanno contratto e portato il contagio, si rende inevitabile l’obbligo per tutti coloro che tornano nella nostra regione, di andare automaticamente in quarantena, pena denuncia penale e sanzione di mille euro per chi viola l’isolamento. La quarantena si interromperà ovviamente non appena avuto eventuale esito negativo del tampone” – dichiara il presidente De Luca. “Sollecitiamo il governo a comunicare in tempi rapidissimi il piano straordinario di controlli nei quali impegnare tutte le forze dell’ordine per il rispetto delle ordinanze. – continua – Siamo in un momento decisivo, nel quale sono indispensabili misure rigorose se si vuole bloccare il ritorno dell’epidemia ed essere costretti a misure drastiche di contenimento del contagio”.
Intanto, per il focolaio alla Sonrisa: 27 casi positivi al coronavirus, una vera e propria zona rossa, perquanto di dimensioni minime, limitata all’area attorno al Castello del Boss delle Cerimonie, mentre il Comune di Sant’Antonio Abate dichiara di fatto il lockdown in tutta la cittadina. Una festa in famiglia, che ha coinvolto anche lo staff del locale per eventi, ha generato un notevole focolaio da Covid-19, che desta seria preoccupazione e ha riportato indietro di mesi la situazione in Campania.
La Sonrisa era già stata precedentemente chiusa dalla sindaca di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, come indicato dell’Asl 3 Sud, giacché un dipendente della struttura era al Cotugno per covid, ricoverato in terapia subintensiva. Le sue condizioni sono comunque in netto miglioramento. Dopo l’ordinanza firmata dal governatore Vincenzo De Luca che ha proclamato zona rossa le strade che circondano La Sonrisa (incominciando da via Croce di Gragnano), la sindaca ha di fatto chiuso il paese.
Obbligatoria la mascherina anche all’aperto, fino al 25 agosto, chiusura del cimitero, del centro di raccolta rifiuti, dei centri estivi, e di quelli di aggregazione, parchi, chiese, palestre e centri sportivi. Inoltre, sono stati interdetti al pubblico anche gli uffici comunali e la biblioteca, e sospeso il mercato settimanale.
Riguardo alla situazione nazionale, ecco il piano del Governo nel malaugurato caso di aumento dei contagi. S’incomincia dai nuovi lockdown che non sono affatto esclusi.
Il ministero della Salute ha messo a punto: “Elementi di preparazione e risposta a COVID19 nella stagione autunno-invernale”, un documento in cui si analizzano gli scenari potenziali per i prossimi mesi.
Incominciando dall’indice Rt e dalla tenuta del sistema sanitario nazionale. In pratica, in caso di gravi criticità “verranno valutate, le misure già adottate con successo nella fase più intensa dell’epidemia, proporzionate alla gravità della situazione contingente”.
Il governo è al lavoro per impostare la risposta a una possibile recrudescenza dell’epidemia da coronavirus nei mesi estivi e autunnali. Ha visionato il documento in cui si fa il punto della situazione attuale e si analizzano i possibili scenari con particolare riguardo al periodo autunnale, impostando anche un ventaglio di azioni di risposta.
Grande incertezza a causa di alcune incognite. Per questo, il lavoro per ipotesi dei tecnici del ministero della Salute è complesso. Non è chiaro come evolverà il quadro nei prossimi giorni e se “l’incremento di trasmissibilità (Rt) osservato a partire da giugno in alcune regioni si stabilizzerà attorno ai valori osservati in questi in giorni oppure continuerà ad aumentare nel tempo”.
“È del tutto evidente che gli scenari cambieranno notevolmente a seconda che si riesca o meno a mantenere Rt sotto soglia da qui all’inizio dell’autunno”.
Riguardo alla trasmissibilità del virus in ambito scolastico, i tecnici spiegano che non è nota la reale trasmissibilità di SARSCoV-2 nelle scuole, anche se cominciano ad essere disponibili evidenze scientifiche di outbreak in ambienti scolastici. Non è noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica in campo in questi giorni. Né è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano SARS-CoV-2 rispetto agli adulti, pure se la carica virale di sintomatici e asintomatici e quindi il potenziale di trasmissione non è statisticamente differente.
Evidentemente, appare dunque alquanto incerto il ruolo della trasmissione nelle scuole a partire da settembre sull’epidemiologia complessiva di SARS-CoV-2.
Si gioca tutto soprattutto sulla collaborazione dei cittadini, per il rispetto delle norme di prevenzione del contagio, e ore le attività di inchiesta epidemiologica: “sono possibili criticità, già riscontrate allo stato attuale, come la collaborazione dei soggetti positivi per la conduzione delle
attività di inchiesta epidemiologica e di contact tracing ed il rispetto/adesione alle misure contumaciali, sia per i casi confermati che per i contatti stretti”.
Ancora, la capacità di risposta dei sistemi di prevenzione e controllo, che potrebbero essere messi a dura prova se dovesse aumentare il numero dei focolai su cui si deve intervenire velocemente.
I tecnici del ministero della Salute individuano degli scenari potenziali, legati alla crescita e alla stabilizzazione nel tempo dell’indice Rt.
Si parte dalla situazione di trasmissione localizzata ovvero focolai, di fatto invariata rispetto ad oggi. Gli Rt delle varie Regioni restano sopra a 1 soltanto per periodi limitati. La riapertura della scuole ha un “impatto modesto sulla trasmissibilità e i sistemi di sanitari regionali riescano a tracciare e tenere sotto controllo i nuovi focolai, inclusi quelli scolastici”.
Poi, situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario: in questo caso parliamo di Rt regionali “sistematicamente e significativamente compresi tra Rt=1 e Rt=1.25”, determinando l’impossibilità di intervenire su tutti i nuovi fococali, ma in un contesto in cui si riesca “comunque a limitare di molto il potenziale di trasmissione di SARS-COV-2 con misure di contenimento/mitigazione straordinarie già utilizzate con successo nelle prime fasi”.
Dunque, delle mini zone rosse mirate, come in atto in queste settimane.
Ancora, situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario: in questo terzo scenario l’indice Rt si presenta tra 1,25 e 1,5, contagi sono fuori controllo e non si riesce a tenere traccia delle catene di trasmissione, con il conseguente sovraccarico dei servizi assistenziali e l’aumento di casi ad elevata gravità clinica. Quindi, inevitabilmente, pressione sulle terapie intensive e sugli ospedali, con rischio “elevato o molto elevato” di un ritorno alle condizioni critiche dei mesi di marzo e aprile scorsi.
Poi, situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario:, ovvero lo scenario peggiore: Rt regionali sopra 1,5,numerosi di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi.
I tecnici ipotizzano misure di mitigazione e contenimento più decise nei territori più colpiti; non escludono la possibilità di utilizzare “quelle già adottate con successo nella fase più intensa dell’epidemia, proporzionate alla gravità della situazione contingente”.
Teresa Lucianelli