Si è svolta l’audizione del presidente dell’Inps Pasquale Tridico in commissione Lavoro della Camera chiamato a riferire sui deputati che hanno richiesto il bonus da 600 euro durante l’emergenza coronavirus.
Bonus Inps, Tridico in commissione: “Pagare subito, poi controllare”
In streaming il presidente dell’istituto previdenziale ha sostenuto le sue motivazioni: “Abbiamo seguito la legge. Nel periodo di covid l’esigenza era pagare e non controllare, pagare subito e poi controllare, questo è fatto”.
Tridico ricostruisce davanti alla commissione i passaggi della vicenda, smentendo le accuse secondo le quali avrebbe volontariamente diffuso la notizia: “Il 7 agosto mi chiama il direttore di Repubblica Maurizio Molinari e mi dice: ‘Abbiamo scoperto che cinque parlamentari hanno percepito il bonus’ e mi chiede i nomi.”
Bonus Inps, Tridico in commissione: “Non abbiamo svelato i nomi”
“Ma i nomi dei politici che hanno preso il bonus non li abbiamo dati. Sono usciti perché si sono autodenunciati.” Ha dichiarato il presidente dell’Inps comunicando anche di avere avviato un’indagine interna per fare luce sulla fuga di informazioni.
“Il 9 agosto esce la notizia senza i nomi perché i nomi non li sa nessuno e non li da l’Istituto, che garantisce la privacy” ha ribadito.
“Gli approfondimenti sono in corso ancora oggi” tiene a specificare Tridico,riguardo alle posizioni di chi ha richiesto il bonus.
Continuando nella ricostruzione in audizione aggiunge che nel momento in cui è venuto a conoscenza della questione relativa ai bonus, “a fine maggio, il sottoscritto ne ha parlato al Cda dell’istituto”.
“Respingo le accuse di una azione manipolata, le strutture sono autonome e la loro azione è stata egregia, hanno dato lacrime e sangue per mettersi al servizio del Paese”, conclude Tridico in merito alle polemiche.
Bonus Inps, Tridico in commissione: il ruolo dell’Antifrode
Il presidente dell’Ente previdenziale approfondisce anche il meccanismo che ha portato alle segnalazioni di richieste indebite del bonus 600 euro: “L’estrema semplificazione dei requisiti di accesso alla misura rischiava di essere appetibile a chi fa delle frodi la sua missione.
“La direzione centrale Antifrode – ha spiegato Tridico – ha attivato così un controllo parallelo, diverso a seconda della prestazione ma uguale come output. L’attività ha consentito di individuare oltre 3mila matricole aziendali evitando elargizioni non dovute”.
Sarebbero in 40mila le persone finite sotto osservazione dell’antifrode: “Da fine aprile l’antifrode si è concentrata sulla percezione dei bonus da parte di chi fosse iscritto ad altre forme previdenziali. Sulla base di ciò l’antifrode manda ad altre direzioni una tranche di 40 mila soggetti che risultavano presenti e iscritti a un’altra forma di previdenza. Per evitare comportamenti fraudolenti l’attenzione si è concentrata sugli amministratori locali”.
“L’Inps ha pagato 13 milioni di prestazioni fino al 3 agosto – sono i numeri dell’istituto riepilogati alla commissione – prestazioni di cassa integrazione per 6 milioni di individui e 4,1 milioni di bonus da 600 euro il primo mese, che sono stati rinnovati dopo qualche giorno dall’entrata in vigore del decreto Rilancio”
Tridico rivendica infine la funzione della Direzione centrale antifrode: “È necessaria in un Paese come il nostro in cui ci sono 115 miliardi di evasione fiscale e contributiva”.