Coronavirus, i nodi ancora da sciogliere in vista della riapertura della scuola. A meno di un mese dalla prima campanella dell’anno si continua a discutere e a ragionare sulla riapertura della scuola. Alla fine del mese di agosto saranno pubblicate quelle che dovrebbero essere le linee guida definitive. Intanto sindacati e presidi continuano a palesare le proprie perplessità al governo.
Il governo è deciso a riprendere la didattica in presenza. Nelle scorse settimane sono arrivate conferme dalla ministra Azzolina e dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Entrambi ci hanno messo la faccia. A settembre si torna a scuola. Il problema è legato al fatto che alla metà del mese di settembre potrebbero ancora non essere disponibili i nuovi banchi e soprattutto i nuovi spazi per consentire di eliminare il problema delle classi pollaio. Tradotto, ancora nel mese di settembre alcune scuole potrebbero non garantire la distanza di un metro in classe tra gli alunni.
Uno dei nodi da sciogliere è quello legato alla presenza di un contagiato in classe o comunque a scuola. Il Ministero ha smentito la notizia falsa secondo cui il bambino o il ragazzo possa essere posto in isolamento e portato via dalle autorità sanitarie senza che i genitori possano prelevarlo. Ma cosa succede in caso di positività di un alunno? La via probabile è quella della chiusura almeno della classe, della sanificazione dell’aula e della didattica a distanza per quattordici giorni per almeno per i compagni di classe. Ma c’è chi non esclude la chiusura dell’intero istituto.
Esiste poi un problema collaterale legato alla riapertura delle scuole. Quello degli anziani. I giovani, che tornano a scuola, saranno poi a contatto con parenti anziani, come ad esempio i nonni,che potrebbero essere nuovamente esposti al rischio contagio. I sindacati pronti allo sciopero Le sigle sindacali fanno sapere di essere pronte a indire uno sciopero nazionale nel caso in cui non venga fatta luce su questo clima di incertezza che ancora circonda la ripresa della scuola.