Moglie boss uccisa perché tradì il marito. 3 arresti nel calabrese

La mafia non perdona. Men che mai, se si tratta di tradimento. Lo ha imparato, rimettendoci la pelle, Angela Costantino, moglie del pregiudicato Pietro Lo Giudice,(anch’egli ucciso in un agguato nel 1990) considerato uno dei principali protagonisti della guerra di mafia registratasi tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 a Reggio Caalabria. La donna, assassinata nel capoluogo calabro nel 1994, venne accusata di aver avuto una relazione extra coniugale, durante la detenzione del marito.

La squadra mobile reggina, sulla base delle rivelazioni di Maurizio Lo Giudice, fratello del boss Nino, anche egli pentito, ha scoperto i tre presunti responsabili dell’omicidio della donna, arrestati nell’ambito dell’operazione che ha portato stamattina all’esecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare. Dunque per l’ omicidio di Angela Costantino, il cui cadavere non è mai stato trovato, sono accusati Vincenzo Lo Giudice, 51 anni, fratello di Nino e considerato uno dei capi della cosca; il cognato Bruno Stilo (51) e il nipote Fortunato Pennestrì (38).

Due giorni dopo la scomparsa della donna, madre tra l’altro di quattro figli, a Villa San Giovanni (Reggio Calabria), fu trovata l’automobile (una Fiat Panda) alla guida della quale la donna si stava recando da Reggio Calabria a Palmi.

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