I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, sotto il coordinamento della Dda di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, hanno sequestrato beni per quasi 9 milioni di euro ai coniugi Antonio Sapone e Maria Ripepi, imprenditori attivi nel settore del noleggio di apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro nelle zone del Gebbione e Sbarre di Reggio Calabria. Destinatario del sequestro anche uno dei loro figli, Vincenzo Sapone. I due coniugi sono ritenuti contigui al gruppo mafioso dei Labate. Il provvedimento, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta del Sostituto procuratore Stefano Musolino, riguarda nello specifico beni immobili (terreni e fabbricati), società (quote societarie e complessi aziendali) e rapporti finanziari, per una sproporzione di quasi 9 milioni di euro. I militari delle fiamme gialle hanno portato alla luce le condotte criminali perpetrate dal cosiddetto “Gruppo Sapone”, subentrato nella gestione del business, e col suo consenso, a Gioacchino Campolo, considerato il “Re dei videogiochi”.
ll “Gruppo Sapone”, dunque, avrebbe beneficiato dell’eredità del “re dei videogiochi” riuscendo a compiere quel salto imprenditoriale che ha consentito alle sue imprese una vertiginosa crescita economica, soprattutto grazie alle “sponsorizzazioni” assicurate dalla cosca “Labate”. Circostanza, quest’ultima, che sarebbe stata confermata, oltre che dalle risultanze investigative, anche da diversi collaboratori di giustizia. Fra le condotte contestate al “Gruppo Sapone”, a parte il concorso esterno in associazione mafiosa e le condotte minacciose e violente, anche delitti contro la pubblica amministrazione che sarebbero stati consumati con il concorso di pubblici ufficiali infedeli in grado di garantire il conseguimento illecito di licenze e autorizzazioni. Secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza, dunque, sarebbe stata riscontrata una significativa e ingiustificata differenza tra il reddito dichiarato ai fini delle imposte e il patrimonio posseduto (anche indirettamente, tramite i propri figli), nonché l’illiceità dell’enorme patrimonio accumulato nell’arco temporale oggetto delle indagini (15 anni). Stando a quanto accertato, la sperequazione sarebbe di oltre 8,8 milioni di euro.
I finanzieri reggini, perciò, hanno individuato e sequestrato 8 beni immobili (6 fabbricati e 2 terreni) situati a Reggio Calabria e Milano, e 4 società (con relativi patrimoni), insieme al complesso delle disponibilità finanziarie a loro riconducibili. Parallelamente, i finanzieri hanno anche perquisito i luoghi nella disponibilità del “Gruppo Sapone” e delle 4 società ad esse riconducibili, sequestrando documentazione e altro materiale probatorio di rilevante interesse investigativo. All’operazione, vista la presenza su tutto il territorio nazionale delle sedi del “Gruppo Sapone”, hanno partecipato anche i Reparti del Corpo territorialmente competenti nelle province di Milano, Torino, Vercelli, Bergamo e Monza-Brianza, oltre che Reggio Calabria.