A rischio gli assegni dei beneficiari del Reddito di cittadinanza. Se il governo non troverà due miliardi di euro per aumentare il limite di spesa autorizzato per l’anno prossimo (portandolo da 7,3 ad almeno 9,3 miliardi di euro), le risorse potrebbero non bastare per tutti quindi gli importi degli assegni verrebbero inevitabilmente tagliati.
In caso di esaurimento dei fondi stanziati, infatti, la legge prevede che vengano ridotti i benefici erogati agli aventi diritto per rendere la misura sostenibile sotto il profilo finanziario.
La crisi economica ha allargato la platea delle persone che hanno richiesto il sussidio e la spesa mensile per le ricariche è cresciuta rapidamente, passando da 526 a oltre 680 milioni tra gennaio e settembre. Se si sperava che nel corso dei primi 18 mesi di vita del Rdc fossero attivati un milione di contratti di lavoro, in realtà solo 200mila persone hanno trovato un impiego, per la maggior parte a tempo determinato.
Il risultato è che se venissero confermati i numeri attuali, ovvero 1,3 milioni di famiglie che percepiscono il Reddito di cittadinanza per un importo medio erogato di 524 euro, il sussidio nel 2021 verrebbe già a costare più di quanto previsto: 8,2 miliardi. Le previsioni in realtà dicono che la platea dei percettori dovrebbe passare a un milione e mezzo di famiglie per un costo di 9,3 miliardi. Mentre ne sono stati stanziati 7,3.
Ricordiamo che il Reddito di cittadinanza decade automaticamente dopo i primi 18 mesi di percezione. La scadenza coincide col mese di ottobre 2020. Da qui a fine anno, sarà sospeso per il 54% circa degli attuali beneficiari, dei quali più della metà residenti al Sud.
Il Reddito non si rinnova automaticamente, ma è necessario ripresentare la domanda, recandosi presso un Caf e fornendo Isee, aggiornato al 2020, e modulo Sr180. Il Reddito di cittadinanza potrà essere rinnovato, comunque, soltanto in seguito a un mese di sospensione prima del rinnovo.