Come cambia l’immigrazione con la cancellazione dei decreti Salvini

Sicurezza, ma anche accoglienza e integrazione. Il decreto legge approvato  dal Consiglio dei ministri – dopo 13 mesi di confronto, all’interno della maggioranza, su modifiche e limature ai decreti Salvini – rappresenta una nuova pagina del corposo libro dell’immigrazione made in Italy.

Un complesso di norme che – nella direzione indicata dallo stesso presidente della Repubblica –  restituisce centralità ai principi costituzionali e internazionali vigenti in materia e non penalizza più il soccorso in mare. Molte le novità.

Il  divieto di refoulement previsto dal Testo unico immigrazione vige anche nei confronti di coloro per i quali sussiste il rischio di essere sottoposti a trattamenti inumani o degradanti, oltre che per il rischio di tortura, e nei casi in cui il rimpatrio determini il rischio di una violazione del diritto alla vita privata e familiare. Il riferimento, esplicito, è a quanto più volte ribadito dalla Cedu.

Torna ad essere ammessa la conversione in permesso di soggiorno per motivi di lavoro per i permessi di soggiorno per protezione speciale, concessi per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi e per assistenza minori. La durata della protezione speciale diventa biennale.

Possono svolgere un’attività lavorativa gli stranieri che, intendendo ricevere cure mediche in Italia, ottengano uno specifico visto di ingresso ed il relativo permesso di soggiorno.

La limitazione o il divieto di transito di navi nel mare territoriale torna in capo al ministero dei Trasporti. Qualora ricorrano “motivi di ordine e sicurezza pubblica o legati a violazione delle leggi sull’immigrazione”, il ministro dell’Interno adotta il provvedimento di concerto con il ministro della Difesa e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, previa informazione al premier, ma nella previsione non ricadono le operazioni di soccorso, “immediatamente comunicate alle autorità italiane ed alle autorità dello Stato di bandiera e condotte nel rispetto delle norme di diritto internazionale e delle indicazioni del competente Centro di coordinamento dei soccorsi in mare”.

Cancellate le megamulte alle Ong che fanno attività di salvataggio. Solo in caso di violazione dei provvedimenti limitativi della navigazione connessi a motivi di ordine e sicurezza pubblica o legati a violazione delle leggi sull’immigrazione (articolo 1102 del Codice della navigazione) le Ong rischiano le relative sanzioni penali – decise nel corso di regolare processo – e una multa compresa tra 10 mila e 50 mila euro.

I tempi massimi di trattenimento degli stranieri nei Centri per il rimpatrio scendono da 180 a 90 giorni, prorogabili di ulteriori 30 giorni qualora lo straniero sia cittadino di un Paese con cui l’Italia ha sottoscritto accordi in materia di rimpatri.

Gli stranieri rintracciati in posizione di irregolarità sul territorio nazionale o soccorsi in mare devono essere tempestivamente informati dei diritti e delle facoltà connessi al procedimento di convalida dell’eventuale trattenimento. Nei Centri per il rimpatrio vanno assicurati adeguati standard igienico-sanitari e abitativi.

Viene ripristinato il diritto all’iscrizione anagrafica per il richiedente protezione internazionale: la Corte costituzionale, con la sentenza 186 del 9 luglio 2020, aveva già annullato l’articolo del decreto Salvini che abrogava le norme preesistenti, individuando due profili di illegittimità costituzionale.

Viene ‘riscritto’ il sistema complessivo di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, dei beneficiari di protezione e dei minori stranieri non accompagnati.

La prima assistenza viene svolta nei centri governativi mentre l’accoglienza si effettua, nei limiti dei posti disponibili, nelle strutture del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), gestite dagli enti locali (ex Siproimi). Viene riconosciuta la precedenza ai richiedenti ‘vulnerabili’.

Reintrodotta la possibilità di avviare i richiedenti protezione internazionale a lavori di utilità sociale.

Il termine massimo dei procedimenti per il riconoscimento della cittadinanza passa da 48 a 36 mesi. Il nuovo termine si applica alle domande presentate dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. e 50 mila euro.

«Questi passano il tempo a smontare invece che a costruire. Smontano Quota 100, smontano la scuola, smontano i decreti Sicurezza, io penso che l’Italia abbia bisogno di qualcuno che ricostruisca, che fa, che innova, che migliora, non che azzera»,  dice il leader della Lega, Matteo Salvini, a Cremona per l’assemblea degli industriali. «Anche perché, da quello che ho letto, li chiamerei “decreti clandestini”. Si torna – afferma – esattamente alla mangiatoia sull’immigrazione clandestina e ai permessi regalati a chiunque cammina per strada e agli sbarchi a migliaia. Non so che cosa abbiano da festeggiare».

Duro attacco di Giorgia Meloni. «Col calar delle tenebre Giuseppe 2 e il suo governo hanno smantellato i decreti sicurezza e immigrazione del loro più grande nemico: il Giuseppe 1». Con un post su Facebook la leader di Fratelli d’Italia scrive: «Varato un decreto che spalanca le porte all’immigrazione illegale di massa. E che concede la protezione umanitaria a chiunque. Un segnale di arrendevolezza ai trafficanti di esseri umani che porterà a un aumento degli sbarchi. E isolerà l’Italia in Europa, che chiede serietà nella difesa dei confini esterni dell’Unione e non vuole essere coinvolta dalla furia immigrazionista della sinistra italiana. Con un paradosso nel paradosso: mentre da una parte il governo restringe a colpi di decreto la libertà degli italiani, dall’altra dà piena libertà alle Ong e a chi specula sull’immigrazione illegale». Poi intervenendo dal palco dell’assemblea degli industriali è tornata sull’argomento.

L’abolizione dei decreti sicurezza è «l’ennesima dimostrazione di una politica che vuole trasformare l’Italia in un campo profughi d’Europa. Uno smantellamento di ogni possibilità da parte dello Stato italiano di difendere i propri confini e di fare politiche serie in materia di immigrazione irregolare. Un furore ideologico che rischia di devastare l’italia e la dice lunga sulle priorità di questa maggioranza».

«Fratelli d’Italia chiede che le istanze per richiedere asilo e lo status di rifugiato possano essere avanzate presso ambasciate e consolati. Così i pochi aventi diritto potranno ottenere rifugio e protezione senza alcun rischio per la propria incolumità. E senza alimentare la filiera criminale degli scafisti. Nel giorno infausto della resa incondizionata del governo all’immigrazione clandestina gestita dai trafficanti di esseri umani con il capogruppo Lollobrigida, il collega Donzelli ed altri deputati di Fratelli d’Italia, ho depositato una proposta di legge. Che coniuga legalità, rispetto dei confini, solidarietà verso i rifugiati e contrasto alla tratta di essere umani e all’immigrazione di massa. Chi partirà sui barconi potrà essere respinto in massa secondo le sentenze della stessa Cedu. Che, sino ad oggi, ha ritenuto illegittimi i respingimenti di massa dell’Italia perché non offriva alternative ai rifugiati»,  dichiara Andrea Delmastro, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo FdI in commissione Esteri.

«Sfidiamo il governo su questo campo che concilia solidarietà e tutela del diritto alla protezione dei pochi aventi diritto con la difesa dei confini, la disarticolazione della filiera criminale della tratta di esseri umani e il contrasto durissimo all’immigrazione clandestina. Se la sfida non viene accettata non ci saranno dubbi. La sinistra al governo non vuole tutelare i rifugiati. Ma è animata solo dalla ideologia dell’immigrazionismo di massa e dal business sottostante».

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