L’incubo per migliaia di italiani sta per finire, o almeno si spera. Il Governo ha iniziato a risarcire i clienti delle banche che durante la crisi finanziaria del 2007 e 2008 hanno pagato di tasca propria i crac e i dissesti degli istituti di credito a cui avevano affidato i loro risparmi.
La “grande recessione”, com’era stata ribattezzata, è stata una crisi economica mondiale durata per ben 6 anni, fino al 2013, scoppiata negli Stati Uniti in seguito alla crisi dei mutui subprime e allo scoppio della bolla del mercato immobiliare.
A catena, il mondo economico è stato travolto prima da una grave crisi finanziaria innescatasi in America, e poi diventata internazionale, colpendo moltissimi Paesi, tranne alcune eccezioni, come India e Cina. La spirale recessiva si è poi ulteriormente aggravata in diversi Paesi europei – Europa mediterranea in primis – con la crisi del debito degli stati sovrani.
Rialzo dei prezzi delle materie prime, petrolio tra tutti, una crisi alimentare mondiale gravissima, la minaccia di una recessione in tutto il mondo e una crisi creditizia seguita a quella bancaria avevano fatto letteralmente crollare le Borse di mezzo mondo.
Oggi, finalmente, dopo 13 anni di lotte, arrivano davvero nelle tasche degli italiani i rimborsi da parte dello Stato. Si tratta di tutti quei risparmiatori che sono stati raggirati e truffati dalle proprie banche nel bel mezzo di quella devastante crisi finanziaria: tra queste, Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Popolare di Vicenza, Cassa di Risparmio di Ferrara e altre.
La conferma ufficiale è arrivata in diretta Facebook da Luigi Di Maio: “Tutti quelli che sono stati truffati dalle banche saranno risarciti, e finalmente stanno partendo i bonifici per i truffati. È un altro dei nostri risultati” spiega il ministro degli Esteri in veste di rappresentante del Movimento 5 Stelle, che da anni segue la vicenda dei truffati delle banche in prima linea.
Lo stesso ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha annunciato il via dell’operazione attesa da anni dai risparmiatori. In particolari quelli veneti. D’Incà ha fatto sapere che, dopo mesi di trattative con anche il sottosegretario Alessio Villarosa e il senatore Daniele Pesco, sono iniziate venerdì 2 ottobre le prime operazioni di rimborso ai risparmiatori truffati dalle banche.
Un percorso lungo e travagliato quello dei rimborsi, partito malissimo ad agosto 2019 con il sito di Consap in cui presentare domanda che non funzionava. Il 22 agosto 2019 era infatti finalmente partita la procedura di rimborso. Attraverso la piattaforma gestita da Consap, avrebbe dovuto essere possibile registrarsi, compilare in modo guidato la domanda in tutte le sue parti, caricare gli allegati richiesti, produrre la domanda compilata in formato pdf da stampare e firmare, caricare la domanda firmata e infine inviarla telematicamente. Il tutto entro 180 giorni, 6 mesi dalla data di pubblicazione del decreto. Ma subito l’amara sorpresa.
Oggi, finalmente, la commissione ha già controllato 38mila domande, su un totale di 144mila: di queste, 99mila sono venete. Probabilmente i primi a ricevere l’acconto saranno i risparmiatori del centro Italia, che sono riusciti a ricevere in meno tempo dalle proprie banche tutta la documentazione necessaria.
Già nel 2018 a questo fine era stato istituito il Fondo Indennizzo Risparmiatori (FIR), con una dotazione di 1,5 miliardi in tre anni per i risparmiatori che si erano trovati in maggiore difficoltà. La commissione tecnica del FIR ha ora iniziato a saldare con un anticipo del 40% del 30% dovuto: in pratica, il 12% di quanto perso con le azioni delle ex Popolari.
I bonifici predisposti finora superano il milione di euro e appena la procedura sarà informatizzata, assicura il ministro, per ogni settimana lavorativa saranno predisposti migliaia di pagamenti.
Il pagamento ora avverrà attraverso la Ragioneria Generale dello Stato, ma la procedura è ancora manuale. I rimborsi arriveranno sui conti correnti dei diretti interessati attraverso bonifici.