Salvini e Di Maio a confronto su Dpcm e lato pand-economico delle restrizioni

Il ministro degli Esteri spiega in un messaggio sul suo profilo Facebook che la politica in una situazione del genere, davanti a una crisi globale senza precedenti con 42 milioni di casi nel mondo dall’inizio della pandemia, deve dare un segnale chiaro alla popolazione per ristabilire un canale di fiducia con i cittadini: Riprendiamo la discussione iniziata a marzo, quando scoppio’ la pandemia: tagliamo gli stipendi dei parlamentari ed eliminano qualsiasi tipo di privilegio della politica’.

Di Maio mette a confronto gli stipendi dei parlamentari con le difficoltà di molti italiani e ne trae una sola conseguenza, a prescindere dalle considerazioni sul ruolo che svolgono i legislatori: bisogna tagliare: ‘Mentre ci sono persone che soffrono a causa del virus, è inaccettabile che i politici continuino a guadagnare 15mila euro al mese. Sono troppi. Lo hanno fatto già diversi Paesi esteri e molti manager di importanti aziende. Lo faccia anche la politica italiana.  Davanti al virus, davanti a oltre 21mila contagi in 24 ore, davanti a 37mila morti in Italia dall’inizio della pandemia la politica deve dare il buon esempio e mettere a disposizione del Paese ulteriori risorse. E adesso ci aspettiamo un segnale rapido e concreto da parte di tutte le forze parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione. Il MoVimento già c’è. Gli altri?.

Il ministro degli Esteri spiega in un messaggio sul suo profilo Facebook che la politica in una situazione del genere, davanti a una crisi globale senza precedenti con 42 milioni di casi nel mondo dall’inizio della pandemia, deve dare un segnale chiaro alla popolazione per ristabilire un canale di fiducia con i cittadini: Riprendiamo la discussione iniziata a marzo, quando scoppio’ la pandemia: tagliamo gli stipendi dei parlamentari ed eliminano qualsiasi tipo di privilegio della politica’.

Di Maio mette a confronto gli stipendi dei parlamentari con le difficoltà di molti italiani e ne trae una sola conseguenza, a prescindere dalle considerazioni sul ruolo che svolgono i legislatori: bisogna tagliare: ‘Mentre ci sono persone che soffrono a causa del virus, è inaccettabile che i politici continuino a guadagnare 15mila euro al mese. Sono troppi. Lo hanno fatto già diversi Paesi esteri e molti manager di importanti aziende. Lo faccia anche la politica italiana.  Davanti al virus, davanti a oltre 21mila contagi in 24 ore, davanti a 37mila morti in Italia dall’inizio della pandemia la politica deve dare il buon esempio e mettere a disposizione del Paese ulteriori risorse. E adesso ci aspettiamo un segnale rapido e concreto da parte di tutte le forze parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione. Il MoVimento già c’è. Gli altri?.

Naturalmente, l’uscita dell’ex capo politico del M5S ha scatenato reazioni, come quella della deputata di Forza Italia Elvira Savino: ‘Ad ogni occasione, per distogliere l’attenzione dei cittadini dalla evidente incapacità dei Cinquestelle e della sinistra a governare, il ministro Di Maio se ne esce con la solita proposta propagandistica di tagliare lo stipendio ai parlamentari. Siccome sono il Governo e il premier, con i decreti legge e i dpcm, a decidere tutto da soli senza tenere in considerazione le proposte del Parlamento e dei parlamentari, se proprio Di Maio vuole togliersi un peso dalla coscienza, allora proponga il taglio dello stipendio dei membri del Governo, anzi l’azzeramento dello stipendio, perché anche un euro sarebbe un euro sprecato visti i risultati fallimentari’.

Da parte sua il leader della Lega, Matteo Salvini, senza fantasticare sui guadagni della classe politica,  starebbe valutando l’ipotesi di un ricorso al Tar contro il nuovo dpcm. Alla base della decisione del segretario del Carroccio ci sarebbe l’urlo d’allarme riportatogli dai suoi governatori di Regioni e dai suoi primi cittadini che temono forti ripercussioni economiche e sociali a seguito delle scelte dell’esecutivo.

Il conflitto tra Stato e Regioni è stato quanto mai netto nel corso dell’elaborazione di questo dpcm. Gli enti locali si opponevano drasticamente alla chiusura alle 18, preferendo dare la possibilità agli esercenti di rimanere aperti fino alle 23, ma il governo come noto ha optato per la linea dura. Ora l’ipotesi di un ricorso al Tar e la volontà del leader del Caroccio di appellarsi anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarela. Chiederemo un incontro al presidente Mattarella che è il garante della Costituzione – ha detto Salvini su Instagram – Il decreto è ingiustamente punitivo nei confronti di migliaia di lavoratori. Sono chiusure inutili e insensate. Le nuove restrizioni sono una follia, un lockdown mascherato e dimostrano che il governo ha perso mesi di tempo. Rischiamo di morire di fame invece che di Covid. Il lockdown era ammissibile a febbraio: oggi no.

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