Usa 2020: ‘Trump punta su se stesso, Biden sull’empatia’

Si sta giocando in gran parte sulle strategie digitali la battaglia per la presidenza degli Stati Uniti, con investimenti senza precedenti da parte di entrambi i contendenti. Chiare ormai le differenze di comunicazione, con Donald Trump che punta su se stesso e le sue promesse ma scivola sulla pandemia, mentre Joe Biden fa appello ai sentimenti e all’empatia, come a suo tempo Barack Obama, non a caso il suo principale sponsor nella volata finale. Sono alcuni dei dati emersi da uno studio condotto dall’Osservatorio Comunicazione Internazionale su dati elaborati da Datamediahub, think tank su editoria e digitale guidato da Pier Luca Santoro.

Entrambi i contendenti cercano di accattivarsi la fiducia degli elettori americani, mai così coinvolti, con oltre 12 milioni di visualizzazioni in streaming del secondo dibattito.

“I dati elaborati mostrano come la cattiva gestione della comunicazione sul Covid – osserva lo studio – abbia inciso sul gradimento di Trump. Altro fattore avverso al presidente in carica è il trionfalismo in piena emergenza”, dimostrato, fra l’altro, da una serie di post censurati dai social perché falsi o contrari alle loro politiche. Trump non riesce a “costruire un rapporto empatico, tutt’altro”, mentre “la narrazione di Joe Biden si affida a una strategia basata sulle emozioni: abbracci, bambini, sorrisi, affetti e una mimica facciale più volte immortalata in momenti di ascolto e riflessione”. Non scevra anche questa da scivoloni, come quando ha guardato l’orologio durante il secondo dibattito, un gesto che costò caro a George Bush padre, in termini di consensi, nel 1992.

Di quel dibattito DataMediaHub ha analizzato le parole chiave: Trump ha pronunciato 260 volte la parola “I”, io (Biden solo 143), e 162 volte la parola “We”, noi, (contro 144) oltre a due “sì” (pari), 39 “no” (contro 25), 20 “Russia” (Biden solo 3 volte) e 25 “Cina” (menzionata 22 volte da Biden, anche in risposta alle domande sui rapporti di suo figlio). Il candidato democratico ha replicato alle domande sui dossier che lo riguardano con 10 “not true”, non è vero, parole che Trump non ha mai pronunciato nel corso del dibattito. Il presidente in carica è risultato “più incisivo”, Twitter si è impennato, anche grazie ai suoi giganteschi investimenti sulle piattaforme, ma secondo la Cnn è Biden, che sulla pubblicità televisiva ha investito 222,9 milioni di dollari contro i 161,4 dell’attuale presidente, ad aver vinto quella la battaglia.

“Tv e social network sites – conclude lo studio – si confermano le piattaforme più influenti per le tematiche politiche. Una cosa è certa, si tratta delle elezioni per le quali sono stati realizzati i maggiori investimenti pubblicitari nella storia degli Stati Uniti, con poco meno di 11 miliardi di dollari investiti complessivamente sino al 25 ottobre scorso, contro un consolidato di 7.2 miliardi per le presidenziali del 2016”. Ma sarà l’esito del voto, ovviamente basato anche sui contenuti e sulla capacità di Biden di riempire i vuoti lasciati da Trump, a sancire chi sarà riuscito a conquistare cuore e mente degli americani.

DataMediaHub, per lo studio, ha analizzato i siti web e le piattaforme di social network dei due contendenti applicando un protocollo lineare all’indagine quantitativa, mentre non sono state condotte indagini e interviste come previsto nella metodologia qualitativa per la ricerca sociologica.

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