Giuseppe Conte ha anticipato le comunicazioni, intervenendo in data odierna alla Camera. La curva dei contagi di sabato “ha imposto un nuovo corpus delle misure restrittive da adottare anche prima di mercoledì 4 novembre”. Sulla scelta di anticipare le comunicazioni aggiunge che “così che il Parlamento” può “esprimersi prima di adottare il provvedimento”. In ogni caso “il governo è sempre stato e sempre rimarrà consapevole della piena responsabilità di fronte al Paese”.
“La curva dei contagi – ha proseguito il premier – corre in ogni continente. L’Ue all’interno di un quadro globale è una delle aree più colpite dall’urto della seconda ondata. Nelle ultime settimane l’incremento di casi Covid è stato di 150 contagi per ogni 100mila abitanti ed anche nel nostro Paese la situazione è in peggioramento, la recrudescenza ha condotto ad una moltiplicazione significativa dei contagi”.
“Alla luce dell’ultimo report di venerdì e della situazione particolarmente critica in alcune Regioni siamo costretti a intervenire in un’ottica di prudenza per mitigare il contagio con una strategia che va modulata sulle differenti criticità” delle Regioni, ha spiegato Conte, aggiungendo che ci saranno “limiti agli spostamenti da e verso le Regioni a rischio”, vale a dire quelle con elevati coefficienti di rischio, salvo che per esigenze di lavoro, studio e salute.
“Nel prossimo Dpcm – ha continuato Conte – indicheremo 3 aree con tre scenari di rischio con misure via via più restrittive. L’inserimento di una Regione avverrà con un’ordinanza del ministro della Salute”.
Conte ha quindi rimarcato che “ci sono specifiche criticità in Regioni e Province autonome. L’Rt nazionale è a 1,7 ma in alcune Regioni ovviamente il dato è superiore. Esiste un’altra probabilità che 15 Regioni superino le soglie critiche nelle aree delle terapie intensive e delle aree mediche nel prossimo mese”.
“Per l’intero territorio nazionale – ha sottolineato Conte – intendiamo intervenire solo con alcune specifiche misure che contribuiscano a rafforzare il contenimento e la mitigazione del contagio. Chiudiamo nei giorni festivi e prefestivi i centri commerciali ad eccezione di negozi alimentari parafarmacie e farmacie ed edicole dentro i centri. Chiudiamo i corner per le scommesse e giochi ovunque siano, chiuderanno anche musei e mostre”.
Nel dpcm si prevede “anche integralmente” la didattica a distanza per le scuole di secondo grado. Il governo, ha dichiarato il premier, deve “garantire, nelle aree territoriali in cui la soglia dell’indice Rt non risulti fuori controllo, la didattica in presenza, con particolare riferimento ai nidi, alle scuole per l’infanzia, alla scuola primaria e secondaria di primo grado, assicurando di conseguenza nel contempo screening periodici, tamponi veloci a personale scolastico, Ata e ad alunni”.
Il governo, ha comunicato sempre Conte, prevede a livello nazionale “la riduzione al 50 % del limite di capienza dei mezzi pubblici locali“. Inoltre ha aggiunto che l’esecutivo prevede di adottare a livello nazionale “limiti alla circolazione delle persone nella fascia serale più tarda”. Vale a dire che sul coprifuoco si sta ancora cercando di capire la scelta definitiva da adottare.
“Ho prospettato ai leader delle opposizione un tavolo di confronto con il governo. Al momento – ha detto Conte – questa proposta è stata rifiutata, se ci sono ripensamenti posso confermare che la proposta è immutata e non sottende confusione di ruoli”.