“Il governo ha fatto la scelta migliore: prolungare l’utilizzo della Cassa Integrazione Covid senza oneri aggiuntivi per le imprese e, in parallelo, bloccare i licenziamenti.”, dichiara Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e consigliere Inail. “Più contraddittoria – continua – appare l’azione a favore delle famiglie che mette a rischio i soggetti più deboli come colf e badanti. Sappiamo che il lavoro domestico non ha mai avuto la tutela dal licenziamento, a differenza del lavoro dipendente.” “Quindi -sottolinea – non sta in piedi la raccomandazione del Governo di non far entrare nel nucleo familiare persone non conviventi, per via del rischio di contagio, se, contemporaneamente, non ci si pone una domanda: come si devono comportare le famiglie? Licenziare colf e badanti? Pagare loro gli stipendi senza avere una prestazione? Correre il pericolo contagio? I lavoratori domestici regolari sono circa 850.000 (un milione al nero) e 180.000 sono emersi dalla scorsa estate per via della positiva sanatoria del governo. È stato tutto inutile? Diventa una presa in giro? Chiediamo che il governo convochi i sindacati che rappresentano i lavoratori domestici e le famiglie, che hanno firmato un avviso comune con precise richieste. La prima delle quali è di estendere a questi lavoratori la cassa integrazione in deroga. Oppure, diciamo noi, almeno replicare i bonus erogati in precedenza.” “Il premier Conte si metta una mano sulla coscienza. Altrimenti, non si può affermare che tutti sono tutelati. Al contrario, si colpiscono proprio i soggetti più deboli e con meno forza contrattuale: le famiglie e i lavoratori fragili come colf e badanti”, conclude.
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