”Chiudere il lungomare non è la soluzione alle immagini delle file di ambulanze e al collasso di ospedali, altrimenti lo avremmo già fatto”: risponde così alle polemiche sul lungomare di Napoli, il sindaco Luigi de Magistris, che su Facebook ha commentato le immagini della folla per strada anche nella giornata di oggi.
“La città è vasta e piena di luoghi attrattivi, anche di piccole dimensioni, ed è intuibile che nel momento in cui chiudi una strada o una piazza, le persone si sposteranno nella strada o piazza limitrofa, addirittura accentuando la presenza di persone nei luoghi rimasti aperti e quindi favorendo addirittura gli assembramenti, con un effetto imbuto. Napoli per il Governo è zona gialla, una zona dove le persone possono uscire in strada” ha spiegato il primo cittadino sui social.
Per de Magistris non rimarrebbe altra soluzione che la “zona rossa” anche in Campania: “Siamo ormai arrivati al punto che per salvarci da vere colpe ormai evidenti non ci resta, forse a questo punto, che attendere la zona rossa con immediati ristori per chi rimane senza soldi. Sarà una sconfitta ovviamente, come quella che ci vede, unico caso in Europa, con le scuole chiuse per i più piccoli! Ma per carità di Dio, non fateci scegliere se morire di covid o di fame”.
“È solo il lockdown o la zona rossa che impediscono alle persone di uscire come in questi giorni ed assembrarsi, ma solo il presidente del Consiglio dei Ministri può deliberare su questo. Così come la zona rossa di una Regione o di una o più città può adottarla anche il presidente della Regione’‘ è la valutazione del sindaco del capoluogo partenopea.
Nel suo post su facebook, Luigi de Magistris non rinuncia a mandare segnali al governo e ad alimentare la diatriba con il governatore Vincenzo De Luca, riferendosi alle sue responsabilità: ”Se la situazione degli ospedali è drammatica, come appare dalle testimonianze raccolte, vuol dire che probabilmente chi ha dichiarato la Campania zona gialla ha sbagliato forse anche perché tratto in errore da dati non attuali, precisi e corretti forniti dagli uffici regionali”.