Via libera al Def. Il Coniglio dei Ministri ha infatti concluso l’esame del Documento di Economia e Finanza (Def), che contiene anche il Programma Nazionale di Riforme (Pnr), dando il suo via libera al testo presentato dal premier e ministro dell’Economia Mario Monti. E’ quanto riferiscono fonti di governo
“Non è possibile aspettare che la tempesta passi e la parentesi si chiuda. La crisi che viviamo dal 2008 può avere un impatto duraturo”, afferma il premier Mario Monti nella relazione che accompagna il Def.
“E’ stato evitato uno shock distruttivo”. “In futuro i proventi della lotta all’evasione fiscale dovranno essere utilizzati anche per ridurre le aliquote fiscali”, scrive ancora il premier nella Relazione che accompagna la bozza del Def.
“L’Italia ha messo in sicurezza i conti pubblici e avrà un avanzo primario del 3,9% nel 2013. E’ uno sprint realizzato con lo sforzo collettivo di Parlamento, Parti sociali, parte produttiva del Paese oltreché dal Governo. Ma molto resta da fare”.
Dati allarmanti invece sul fronte occupazione. “Sul piano interno la crescita non tornerà fino al 2013”, afferma il premier che poi aggiunge: “A ragioni di equità risponde l’impegno per contrastare l’evasione che in Italia ha raggiunto livelli inaccettabili”.
Le misure già realizzate con i provvedimenti sulla concorrenza, sulle semplificazioni e sulla riduzione degli oneri amministrativi consentiranno all’Italia di aumentare la crescita di 2,4% punti di pil nel 2020. L’impatto maggiore (+0,9 punti) si avrebbe già entro il 2015. Lo prevede il governo nel Piano Nazionale delle Riforme.
“La politica economica prevede per il 2013, al netto del ciclo, un avanzo strutturale dello 0,6%”. Lo ha detto il premier, Mario Monti, in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Il disagio occupazionale tocca direttamente o indirettamente quasi la metà delle famiglie italiane”.
“La crescita è la maggior preoccupazione dei cittadini, la parola più invocata dai responsabili di politica economica in Italia ed Europa, ma anche nel g20”, sottolinea ancora Monti.
“Ristabilire un’Italia capace di crescere è un compito appena iniziato. Ci battiamo ogni giorno per evitare il drammatico destino della Grecia. La crisi infatti, sta imponendo un prezzo altissimo alle famiglie, ai giovani, ai lavoratori, alle imprese, e qualche volta ci sono esperienze che si chiudono nella disperazione”, continua il premier che si dice “molto impegnato” nella lotta alla corruzione, al lavoro nero e all’evasione.
“La riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, il finanziamenti ai partiti, eccetera, sono temi dei quali è primaria la responsabilità dei partiti, ma non pensino i partiti che questi temi siano cosa diversa o irrilevante” ai fini della “credibilità” che conta anche per lo “spread”, conclude il professore.