Situazione esplosiva anche in Abruzzo. Il Covid non frena la sua accelerata neanche nel cuore del Centro Italia. Per questo il governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio ha deciso di anticipare una scelta che, se presa tardi, avrebbe potuto compromettere la tenuta del sistema sanitario regionale, con un’impennata di contagi Covid ancora più difficile da gestire, e posti letto negli ospedali sempre più occupati.
Marsilio ha deciso di non attendere i risultati del report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sulla base del quale, dopo l’analisi dei 21 parametri, il ministro della Salute Roberto Speranza firma l’ordinanza che inserisce le Regioni italiane nelle tre diverse zone (gialla, arancione e rossa).
Con l’ordinanza n.102 il presidente della Regione ha stabilito che “le misure dell’articolo 3 del Dpcm sono applicate in tutto il territorio della regione Abruzzo”. Tradotto: l’Abruzzo da arancione diventa zona rossa. Non con effetto immediato però. L’ordinanza entra in vigore mercoledì 18 novembre e resterà valido, salve nuove ordinanze, fino al 3 dicembre 2020.
Spostamenti
Da mercoledì, dunque, in Abruzzo è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori comunali, nonché all’interno degli stessi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute, in cui adesso rientra anche la spesa.
Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza a scuola nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Fermo restando lo svolgimento in presenza della scuola dell’infanzia, della scuola primaria, dei servizi educativi per l’infanzia e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado, cioè le scuole medie, le attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza per le seconde e terze medie e le superiori.
Resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratorio in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica digitale integrata.
Cosa chiude e cosa resta aperto
Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie. Chiusi, invece, negozi e centri commerciali, ad eccezione delle attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità concessi dal Dpcm.
Restano chiuse anche le attività dei servizi di ristorazione, ma sono consentiti la consegna a domicilio e, fino alle ore 22, la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.
Consentito invece svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Possibilità anche di svolgereattività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale.
Come cambia il Dpcm 3 novembre
Ricordiamo che il Dpcm 3 novembre individua tre aree, corrispondenti ad altrettanti scenari di rischio, per le quali sono previste specifiche misure restrittive. In base alle ordinanze del Ministro della Salute del 4 novembre, 10 novembre e del 13 novembre, la cartina dell’Italia cambia quindi colore così:
- area gialla: Lazio, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto.
- area arancione: Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Sicilia, Umbria.
- area rossa: Abruzzo, Calabria, Campania, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Valle d’Aosta.