COVID 19: “ crisi dell’Avvocatura e giustizia “ telematica” in tilt, urge una Rinascita, per l’augurata Nuova Alba di Primavera.

Fin da bambino, ho desiderato “l’essere avvocato”, all’insegna dei grandi Maestri del passato. Con umiltà e passione innata, mi sono sempre nutrito di valori classici (oratorie), per l’effetto, già studente soprattutto universitario, da anticonformista, mi ribellavo alle stereotipate forme senza sostanza.
Come convegnista -relatore, ho cercato di divulgare messaggi di ribellione e risveglio. Avvocato di gavetta (ho scelto l’essere) al servizio del bisognoso di turno, difensore estremo di foro (rigorosamente impegnato nel quotidiano fluire) a difesa dei Diritti Inviolabili. Oggi, purtroppo, mio malgrado, registro, sempre di più, un decadimento culturale ed etico dell’Avvocatura in preda ad una crisi d’identità al pari della Magistratura, in un punto di non ritorno (docet gli ultimi eventi di Catania e Napoli ne confermano inevitabilmente il declino). Sic!
Cosicché, nel tempo, repetita iuvant, l’Avvocatura “ appiattita sempre di più”, ha subito delle trasformazioni “ futuristiche che non le appartengono”, per l’effetto, relegata a mera “ eventuale” figura partecipativa (docet, eliminazione e/o svilimento dell’oratoria, processi via chat e/o telematici infruttiferi peraltro mal funzionanti con connesse infrastrutture digitali obsolete, cartolarizzazione del processo, esclusione dal fondo perduto, patrocinio a spese dello Stato ridotto a miseria con connessi procedure liquidatore anche in materia di Legge Pinto contorte e contraddittorie, una politica forense fiscale assillante ed iniqua e così via…”).
Sul punto, basta ricordare le numerose leggi e leggine via via clamorosamente subite in modo passivo dall’Avvocatura, emanate dal legislatore di turno a mortificazione del giusto processo! A chiare lettere, niuna glossa. Sic!
Qui et ora, lungi dal voler approfondire le cause che sono molte (non è la sede appropriata per affrontare anche le nostre colpe), bensì mi preme ribadire per evidenziare che la crisi pandemica in atto, ha svelato, qualora ce ne fosse bisogno le “debolezze istituzionali dell’avvocatura sempre più mortificata da prassi gravatorie ed ingiuste”! Sic!
Già. Quella maledetta prassi che, per dirla letteralmente alla Spangher (grande giurista e nostro Maestro) “ un consiglio per gli avvocati: voi dovete stare attenti ai comportamenti di prassi, perché sulle vostre prassi vengono costruite le nuove norme (nuove fattispecie normative). Quanta Verità! Sic!
Ergo, dinanzi a tale situazione divenuta insostenibile (mi ribello a tale modo derivato di concepire la figura moderna dell’avvocato) ed acuita dalla maledetta pandemia in atto, l’avvocatura (unita) senza orgogli e vanaglorie di sorta, come parte attiva e necessaria di una società che può dirsi civile, previo riacquisto del prestigio perduto, deve pretendere rispetto Istituzionale da parte di tutti, in primis dal Legislatore. Non ci possiamo fare trattare come belle statuine! Rectius noi siamo “ Avvocati e meritiamo dignità”!
Poiché fondamentalmente senza una sana Avvocatura (appunto defensora dei diritti Inviolabili di tutti i cittadini all’insegna dei valori Costituzionali in gioco) non credo possa parlarsi di una compiuta democrazia. Ecco donde nasce, il mio odierno intervento di natura nostalgica (come grido d’allarme).
Tutti noi avvocati (o meglio chi ancora crede ai valori di un tempo), dobbiamo partecipare seriamente all’invocato progetto di rigenerazione sociale della Comunità, per affrontare più forti che giammai, le nuove sfide, per vedere di nuovo, finalmente l’Avvocatura, all’insegna dei vecchi tempi, dove l’avvocato “ Uomo di Legge”, con la forza del diritto e della ragione, era il guardiano della Legalità e dell’Etica vivente.
Per fare questo, urge, appunto, rigore etico (come educazione) e professionale ( competenza) secondo coscienza e scienza! Sic!
Da qui, dipenderanno le sorti delle nostre generazioni che meritano “ da Innocenti” una Società di Rinascita con un ‘Avvocatura, di nuovo protagonista come portatrice di speranze, per l’augurata Nuova Alba di Primavera con le indorate ali della Legalità intesa come Meritocrazia e Giustizia Giusta.
Tanto dovevo, come sempre fedele incondizionato ai valori dell’Avvocatura classica (Amata Toga Memoria) che nel mio percorso ho sempre seguito come esempio e punto focale riferimento contro ogni forma di marciume. Perché fondamentalmente essere avvocato è diverso (dal fare l’avvocato)! Intelligenti pauca! Sic!

“A dolce ricordo, qui et ora, desidero rievocare in sintesi le cinque borse di studio consecutive dal 2013 al 2017 ricevute come “Menzione d’Onore” presso la pregiata Camera Europea di Giustizia sedente in Napoli, alla presenza di personaggi di Legalità e di caratura Internazionale, dove da premiato, ho esplicato, con la mia consueta verve dialettica di libertà connessa, lo stato dell’arte della Giustizia, così mal ridotta e conseguentemente dell’Avvocatura auto ingabbiata da norme e prassi appunto ingabbianti. A futura Memoria”. Senza ipocrisia.

Avv. Janfer Critelli (Rinascita dei Diritti Umani)

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