Non solo lo strappo in Parlamento su Mes e nuovo decreto sicurezza, con la fronda di 58 parlamentari contrari all’approvazione della riforma del Fondo salva stati e della modifica degli ex decreti firmati Salvini. Il Movimento 5 Stelle vive una vera e propria battaglia interna anche in Europa, dove si registra oggi la scissione nel gruppo con quattro europarlamentari che lasciano il Movimento.
‘La frangia ambientalista del M5S al Parlamento europeo, costituita da Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao ed Eleonora Evi, si separa formalmente dalla delegazione pentastallata presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo’, è quanto si legge in una diffusa dall’europarlamentare Piernicola Pedicini.
La giravolta sul Mes è il ‘dulcis in fundo’ che ha convinto l’europarlamentare 5 Stelle Ignazio Corrao ad abbandonare il Movimento
In una lunga lettera di addio pubblicata sul suo profilo Corrao parla infatti di ‘presa in giro’. Dire lo avalliamo ma ‘non lo attiveremo’ è una clamorosa offesa a chiunque possiede un cervello e anche una incredibile violazione del programma elettorale. Il nostro impegno con i cittadini era di fare il massimo per smantellare, liquidare il fondo salva stati e altri strumenti di austerity.
‘Questa vostra scelta mi dispiace e per me è un errore’, afferma Alessandro Di Battista che commenta la decisione di 4 europarlamentari europei del Movimento di lasciare il gruppo. Di Battista scrive sotto il commiato di Ignazio Corrao su Fb dove gli ricorda di aver ‘tante volte’ espresso la sua contrarietà ad abbandonare: ‘Sei una persona per bene e sei un amico e per me l’amicizia così come la riconoscenza è un grande valore. É stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di km insieme a te… Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo’.
Ignazio Corrao, Piernicola Pedicini, Rosa D’Amato ed Eleonora Evi, l’ala del movimento più vicina ad Alessandro Di Battista, il leader degli ‘ortodossi’ pentestellati. Tre di loro erano già stato sospesi a giugno dai probiviri del Movimento.
Nessun rischio per la tenuta del Governo. Parola del ministro della Giustizia e capo delegazione del M5S nell’esecutivo di Conte, Alfonso Buonafede, che a Radio 24 commenta la decisione di 16 senatori e 42 deputati pentastellati di scrivere una lettera ai vertici del movimento contro la riforma del Mes.
‘Basta leggere la lettera per constatare che non c’è questo rischio. Gli stessi parlamentari che l’hanno scritta precisano che non c’è un problema di maggioranza’, assicura il Guardasigilli, che ha anche espresso ‘massimo sostegno’ al premier Conte. Il gruppo ‘dissidente’, che punterebbe alla fine ad ottenere un impegno formale del governo a non usare il Fondo salva Stati, si muove anche per raccogliere adesioni contro il Decreto Sicurezza.
Ora per Corrao, Pedicini, D’Amato ed Evi, che rappresentato un terzo del gruppo 5 Stelle all’Europarlamento (composto 14 deputati), sembrano aprirsi le porte dei Verdi, gruppo parlamentare con cui hanno condiviso diverse battaglie.
L’uscita dei quattro dissidenti apre anche il confronto all’interno dei grillini sul futuro dei restanti dieci eurodeputati, che devono cercare ospitalità in qualche altro gruppo. Secondo un retroscena de La Stampa, sarebbe già partito il ‘corteggiamento’ da parte dei socialisti-democratici, gruppo di cui fa parte il Pd alleato di governo.