Nel salotto di Domenica In c’è stato modo di tornare anche sulla morte di Diego Armando Maradona. In studio sono intervenuti Hugo, fratello del Pibe De Oro e Paola Marra, cognata del campione. In lacrime entrambi hanno ricordato che il genio del calcio era “diverso” da come tutti lo stanno descrivendo.
“Con lui è andato via un pezzo della mia vita –racconta Hugo, on ci vedevamo da due anni, ma ci saremmo dovuti vedere a Natale. Per colpa del Covid non sono potuto tornare in Argentina per i funerali”. Hugo poi racconta le loro telefonate in cui, dice, “parlavamo delle cose nostre, se era sereno, se stava bene”.
Alla domanda di Mara Venier sul perché sia morto, Hugo Maradona risponde chiaro: “Sto aspettando l’autopsia, la mia idea che dirà tutto”. “Mio fratello non è stato abbandonato, aveva i dottori, mio nipote, le sue figlie – ha continuato – È difficile parlarne. Il corpo di mio fratello lo farà. Chi ha commesso errori deve pagare”.
Descrivendo il fratello, Hugo continua: “Diego ha avuto tutti i problemi del mondo, si faceva del male da solo ma era un bonaccione. L’unica cosa che calma il mio dolore è che ora starà insieme a mia madre che lui considerava la sua prima fidanzata”. Anche la moglie di Hugo, Paola Marra, difende strenuamente il cognato: “Era una persona di fama mondiale, ma lui mi ha sempre trattata come una di famiglia – racconta – Non è la persona che stanno facendo vedere, era un buono, molto generoso con tutti. È doloroso sentir raccontare della sua vita, le cattiverie che stanno dicendo non mi piacciono”.
Svolta nell’inchiesta sulla morte di Diego Armando Maradona. “Grave incuria da parte dei medici, nessuno si occupava del paziente”, così il quotidiano La Nation che fa sapere che l’indagine sta prendendo una piega ben precisa. Sul quotidiano argentino si legge che la scomparsa è “derivata da mala gestione del paziente”. Il fatto aggrava ulteriormente la posizione del medico Leopoldo Luque e della psichiatra Agustina Cosachov.
“Nessuno aveva il controllo del paziente”, “disorganizzazione totale” nella gestione postoperatoria. Questo è ciò che trapela dai media argentini che assicurano che l’indagine si sta avviando su un simile binario secondo le prime relazioni dei giudici della Procura di San Isidro.
Si osserva che “il paziente non era monitorato, non era sottoposto a continuo controllo medico come le sue condizioni avrebbero richiesto e non assumeva alcun farmaco per le sue patologie cardiache”.
Dunque appare sempre più evidente quel che si mormora da giorni su ogni media locale e internazionale, vale a dire che Maradona non avrebbe probabilmente dovuto essere dimesso dalla clinica Olivos dopo l’operazione al cervello. Anzi avrebbe dovuto essere portato in un centro specializzato per proseguire la riabilitazione.
Invece è finito inspiegabilmente in una stanza ‘sala giochi’ adibita a camera, con un wc chimico al suo interno. “Siamo davanti alla possibilità che sia stato commesso un reato, è possibile dire che potremmo trovarci davanti a un omicidio colposo“, ha reso noto la fonte investigativa citata da La Nation.
Ci si avvia verso una serie di battaglie legali spinose: saranno tortuose sia quelle legate a chiarire i motivi della scomparsa, sia quelle relative all’eredità del Pibe De Oro. Già si sono fatti vivi presunti figli illegittimi che vogliono riesumare la salma per effettuare il test del Dna così da poter tentare di reclamare la propria fetta. La verità è che 70 milioni di dollari (il patrimonio stimato del Diez) fanno gola a molti. Al momento ci sono cinque figli riconosciuti e 6 presunti illegittimi.
Arianna Manzi