‘Nel 2020 la sfida che abbiamo di fronte non è solo quella di liberare le potenzialità inespresse dell’Italia. In primo luogo dobbiamo serrare i ranghi, per battere il nemico. E serve una solida cooperazione interazionale. Il virus non conosce confini ma attraversa barriere. Il governo è al lavoro per definire compiutamente la struttura per il monitoraggio e l’attuazione del Recovery Plan e che potrà avvalersi anche di un quadro normativo ad hoc. Questa struttura in nessun caso sarà sovraordinata o sovrapposta ai doverosi passaggi istituzionali. Molti dei progetti del piano avranno successo solo innescando sinergie tra pubblico e privato’.
Il problema sorge in realtà quando il nemico da battere si trova in noi stessi, leggi nella compagine di governo dove è molto difficile, per non dire impossibile, serrare i ranghi.
Arriveranno, e si dovranno gestire 209 miliardi di euro, per fare fonte al disastro causato dal virus ‘che non conosce barriere’, per dirla con il premier. I 209 miliardi di euro devono essere usati per la ricostruzione e la rinascita del Paese riparando ai disastri causati dal Covid.
La bozza del Recovery Plan stabilisce che 196 miliardi di risorse dovranno essere distribuiti per sei macro-aree: 48,7 miliardi alla digitalizzazione,74,3 all’ambiente in generale, 27,7 al settore infrastrutture per una mobilità sostenibile,19,2 per istruzione e ricerca,17,1 destinati alla ‘Parita’ di genere, mentre alla Sanità arriveranno solamente, e esclusivamente, 9 miliardi.
Solo 9 miliardi da utilizzare per far fronte al virus ‘che non conosce barriere…’.
Il nostro Paese, il nostro Governo e la relativa opposizione avranno la necessaria competenza di gestione senza perdersi in liti da cortile?
Ci sarà la capacità di mettere in campo ipotesi e progetti per avviare reali e concreti sviluppi di investimenti?
‘L’idea iniziale era quella di avere una prima approvazione del piano e quindi la possibilità di erogare il prefinanziamento del 10%, circa 20 miliardi per l’Italia, nella tarda primavera: la decisione finale sul Next Generation Eu è arrivata la scorsa settimana, i tempi saranno quelli della tarda primavera o inizio estate’, ci informa il commissario Ue Paolo Gentiloni al Rome Investment forum 2020 della Febaf: ‘Si sta discutendo, spero la discussione si chiuda stasera, perché il Parlamento richiede di alzare il 10% vedremo dove si arriverà’.
Sul Recovery Fund nessuno è in ritardo in questo momento, ha detto Gentiloni precisando che eravamo leggermente in ritardo per l’approvazione finale ma ora abbiamo ricevuto una bozza di progetto dagli stati membri e a gennaio sono sicuro che riceveremo da ogni stato membro la bozza e poi la versione definitiva.