A chiusura d’anno, l’Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza propone un’analisi sul pubblico delle edizioni di prime time dei Tg delle 7 Reti generaliste (Tg Rai, Mediaset e La7) effettuando una comparazione tra il 2019 e il 2020.
L’informazione ha profondamente risentito degli effetti della pandemia tanto da poter parlare di “un’anomalia” dell’andamento dei dati. L’incremento dell’audience media dell’informazione di serata rispetto al 2019, contrasta infatti quell’emorragia di ascolti che negli ultimi anni ha sensibilmente ridotto il pubblico del prime time, come quello complessivo della Tv generalista. Che sia proprio la pandemia da Covid-19 all’origine di questa inversione di tendenza è dimostrato dal fatto che ancora nel mese di gennaio 2020 si registrava un calo di circa 400mila teleutenti rispetto all’anno precedente.
Come atteso, l’aumento maggiore di ascolti si è registrato nei mesi di marzo ed aprile, con una crescita del 48% e del 52% rispetto al pubblico del medesimo periodo del 2019. Una tendenza che si è riproposta in buona misura anche durante la seconda ondata (ottobre-dicembre), con crescite in termini di pubblico tra il 18% ed il 32% rispetto al 2019; lo stesso è avvenuto, in misura assai minore, nei mesi estivi, con una audience media sempre superiore rispetto al 2019 nonostante l’assenza di limiti d’orario o di circolazione.
In numeri assoluti, l’utenza media dei Tg del prime time è cresciuta nei mesi primaverili di oltre 7,5 milioni di spettatori (7,62 in marzo e 7,51 in aprile), raggiungendo un pubblico di più di 23 milioni di teleutenti. Significativa la crescita anche nei mesi autunnali, con novembre e dicembre che superano l’audience di maggio in termini sia di pubblico sia di audience rispetto al 2019.
Per ritrovare analoghi livelli, bisogna tornare indietro di 10 anni, in una fase in cui la televisione generalista era ancora la regina incontrastata dell’informazione nazionale. Anche nel confronto con il periodo analogo del 2011, il pubblico del lockdown supera, nei mesi di marzo ed aprile, di 1,4 e 3,1 milioni l’audience media di 10 anni fa.
Per quello che riguarda i record assoluti, il picco di pubblico per l’informazione televisiva 2020 si è registrato domenica 22 marzo – giorno della firma del Dpcm che imponeva il blocco alle attività produttive non essenziali –, con una platea di oltre 27 milioni di spettatori: una crescita di 8,5 milioni rispetto alla serata dell’informazione più seguita del 2019, ossia quella di venerdì 18 gennaio, data del varo delle principali misure economiche del “Governo Conte 1” (Quota 100 e Reddito di Cittadinanza).
Nei mesi di marzo e aprile la programmazione Rai ha riscontrato un aumento medio di audience del +34,6%; di contro, le edizioni serali di Tg1, Tg2 e Tg3 sono cresciute, mediamente, del 50,3%. Ancora maggiore il risultato per l’informazione di prime time Mediaset, che guadagna un 52% di audience rispetto all’aumento del 34,7% delle 3 reti. Particolare attenzione merita la crescita di ascolti dell’intera rete La7, pari ad un +46,2% rispetto all’anno precedente.
La prima fase della pandemia ha generato un impatto maggiore sul pubblico dell’informazione di prime time. I risultati, pur consistenti nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, risultano fortemente ridimenzionati rispetto ai picchi della prima fase.
Il Tg3 si dimostra, in proporzione, la testata che ha guadagnato di più, registrando una marcata crescita anche nel secondo semestre 2020, fase in cui le altre testate registrano incrementi più limitati.
I temi del prime time nell’anno del Covid-19 monitorati dall’Osservatorio Tg Eurispes-CoRiS Sapienza
Secondo i dati dell’Osservatorio Tg Eurispes – CoRiS Sapienza, nel primo semestre 2020[1] le notizie sul Covid-19 sono state il principale argomento d’apertura dei Tg di prima serata, raccogliendo quasi il 64% delle prime pagine (662 aperture sulle 1.042) ed il 39,7% dei titoli (2.743 su 6.900) delle testate tele giornalistiche di Rai, Mediaset e La7.
Dopo la parentesi estiva, con l’allentamento delle misure restrittive e la riduzione della percezione dello stato di emergenza sanitaria, nella seconda parte dell’anno i livelli d’attenzione sopra menzionati sono tornati “oltre il livello di guardia”. Nei Tg del terzo quadrimestre (settembre-dicembre), le notizie sul Covid hanno ottenuto oltre il 54% delle aperture (449 sulle 838), e quasi il 38% dei titoli complessivi.
Negli ultimi mesi dell’anno, la copertura informativa ha segnato un’importante differenza rispetto alla Fase 1: le aperture hanno riguardato sempre meno i “numeri” dell’epidemia – salvo nel mese di novembre, contrassegnato da un picco dei contagi –, e si sono concentrate sulle misure prodotte dai numerosi Dpcm emanati dal Governo per rispondere, in tempo reale, agli effetti della seconda ondata. Cambia anche lo spazio riservato ai presidenti di Regione: se nel corso della prima fase figure come Fontana, Zaia o De Luca avevano ottenuto, in termini di citazioni nei titoli, visibilità analoga (se non superiore) a quella dei principali leader di partito, le tensioni politiche che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del 2020 hanno eclissato queste presenze a vantaggio dello scontro Conte-Renzi e delle rivendicazioni del “centro-destra unito” (molto presente nei Tg Mediaset). Nel complesso, il contrasto tra le forze politiche occupa spazi comunque limitati nei titoli, con una media che tra i periodi monitorati oscilla tra il 15% ed il 13% del totale delle titolazioni.
Il “cono d’ombra” prodotto dall’inevitabile monopolizzazione dell’agenda informativa da parte dell’emergenza sanitaria in corso ha, sostanzialmente, oscurato molte importanti tematiche. Tra queste, l’attenzione alfenomeno migratorio, che ricade necessariamente nella categoria “altro” dei grafici sopra riportati, in quanto in linea di massima assente dalle scalette con appena un 1,2% delle titolazioni: 18 aperture in 10 mesi, tutte legate – direttamente o meno – alla figura di Salvini, ai casi Gregoretti e Open Arms e alle modifiche dei Decreti sicurezza. Ciò è avvenuto nonostante nel corso dell’anno il numero degli arrivi sia più che triplicato rispetto al 2019.
L’unica “finestra sul mondo” rimasta aperta con una certa continuità nel prime time tele giornalistico è quella sugli Usa. Nel primo semestre del 2020, le sette edizioni dei telegiornali nazionali hanno dedicato 330 titolazioni, di cui 14 aperture legate principalmente alle proteste nate in seguito alla morte di George Floyd. Negli ultimi mesi dell’anno, l’attenzione è stata, naturalmente, catturata dalle elezioni presidenziali del 3 novembre – oltre 30 aperture nel corso di quella settimana.