Nel primo semestre 2020 i redditi privati non finanziari hanno registrato la contrazione più forte degli ultimi 20 anni, solo in parte contrastata dalle misure di sostegno”. E’ quanto si legge nel rapporto della Banca d’Italia “i conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19”
Nel primo semestre 2020 i redditi primari pro capite a valori correnti delle famiglie si sono ridotti dell’8,8% rispetto al primo semestre 2019, “una contrazione decisamente più ampia di quelle registrate nelle fasi più acute della crisi finanziaria (-5,2%) e di quella dei debiti sovrani (-3,4%).
E sempre nel primo semestre del 2020, la variazione del debito pubblico in percentuale del Pil ha raggiunto i valori più alti negli ultimi venti anni. Il debito è complessivamente aumentato di 121 miliardi nel semestre, di cui 97,4 miliardi nel secondo trimestre dell’anno. Il deficit è invece stato complessivamente inferiore (78 miliardi).
Con la pandemia i consumi degli italiani sono crollati nella prima metà 2020 dando origine “un risparmio netto di 51,6 miliardi;il tasso di risparmio è più che triplicato rispetto alla fine del 2019, (da 2,8 a 9,2%), contrariamente a quanto era accaduto durante le due precedenti crisi”. E’ quanto si legge nel rapporto di Bankitalia su ‘I conti economici e finanziari durante la crisi sanitaria del Covid-19′.”Dopo oltre un anno di disinvestimenti in titoli pubblici (-23,6 miliardi nel 2019), nella prima metà del 2020 le famiglie sono tornate ad acquistarne per 5,1 miliardi, mentre sono state registrate vendite di altri titoli per 11,6
La pandemia da coronavirus affossa il turismo. Ad ottobre secondo i dati della Banca d’Italia è ripresa la contrazione dei flussi turistici, sia in ingresso sia in uscita, in un contesto di peggioramento degli indici di diffusione del covid.
Rispetto a ottobre dello scorso anno, secondo le rilevazioni di Via Nazionale, le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, pari a 1.193 milioni, risultano inferiori del 70,4%, quelle dei viaggiatori italiani all’estero (572 milioni) del 75,5%; l’avanzo della bilancia dei pagamenti turistica è stato di 620 milioni di euro (era di 1.697 milioni nello stesso mese dell’anno precedente).
“In Italia l’improvvisa e drastica contrazione dei flussi turistici avrà significativi impatti sul PIL nazionale e conseguenze serie sulle imprese del settore e del suo indotto”. E’ quanto afferma la Banca d’Italia nel rapporto sul turismo internazionale a ottobre 2020. “Il turismo – scrivono gli economisti di Bankitalia – rappresenta un importante settore dell’economia in Italia e nel mondo, con un forte potenziale in termini di crescita e di occupazione nonché di integrazione sociale e culturale”. E “gli effetti della recente pandemia Covid-19 hanno reso particolarmente evidente la rilevanza di questo settore”.
Fratelli d’Italia avverte il governo sulle conseguenze della proroga dello stato d’emergenza per uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi dovuta alla pandemia. Il governo, però, continua a non ascoltare: il ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia alla Camera la proroga fino al 30 aprile. E non è affatto detto che sia l’ultima. Sul tavolo, infatti, resta l’ipotesi di mantenerlo fino al 31 luglio, avanzata dal Cts.
Gli operatori del turismo erano scesi in piazza, a Roma, per chiedere sostegni adeguati in loro favore. Al loro fianco anche trovato anche FdI, presenta in piazza proprio con il capogruppo alla Camera Lollobrigida. Poi è la volta delle associazioni dei bus turistici, che si sono date appuntamento in via XX settembre, tra il ministero dell’Economia e quello dei Trasporti.
FdI aveva auspicato che l’ipotesi della proroga dello stato d’emergenza non si concretizzasse. Soprattutto, però, ha chiesto al governo di “non lasciare sola una categoria nevralgica per la nostra economia e che rappresentava il 13% del nostro Pil”. Giorgia Meloni avanza una serie di proposte concrete: attivazione dello stato di crisi per il turismo; anno bianco fiscale per tutto il comparto; erogazione immediata dei contributi a fondo perduto ancora non versati; nuovi ristori per compensare gli ultimi mesi di chiusura.