Un comunicato secco dell’Udc: “Restiamo nel centrodestra”. Crolla così l’illusione di mettere insieme a Palazzo Madama un drappello di “costruttori“ non solo numericamente significativo ma anche politicamente credibile. Pure le tre defezioni che si immaginavano tra le fila azzurre sono incerte, per giunta Riccardo Nencini ha deciso di restare con Renzi. Per tradurlo in cifre: i voti a favore di Conte stanno tra i 151 e i 155 (gli ex M5s De Falco e Ciampolillo si vanno ad aggiungere ai 14 esponenti del gruppo misto che già votavano la fiducia). Pochi, pochissimi. Tanto che spunta la tentazione a Palazzo Chigi di evitare il passaggio al Senato per dimettersi dopo aver incassato la fiducia alla Camera.
“Lo sconcerto che nel mondo intero nei governi, nelle persone, ha provocato la notizia della crisi affonda qui le radici, nel ritorno, il giorno dopo l’approvazione del recovery, di un’Italia che rischia di aprire una fase incomprensibile”, ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nel suo intervento alla direzione del partito.
“Il Pd è stata la forza che di più ha lavorato per superare i problemi politici, gli steccati di questa maggioranza, per costruire alleanze nuove e competitive, ne siamo orgogliosi , abbiamo ricominciato a vincere in Comuni incredibili anche nel profondo nord.
Chi rompe e chi isola invece fa vincere la destra”, ha aggiunto Zingaretti in direzione.
La crisi “ha indebolito la credibilità dell’Italia, ha allontanato politica dai cittadini. Il Pd è impegnato a fare di tutto per difendere gli interessi dell’Italia che in questa situazione sono più vulnerabili”.
“Questo governo – ha detto ancora Zingaretti – è un governo parlamentare, non figlio di un diretto mandato elettorale ed è il parlamento che deve sancire o meno la fiducia”.
“Il Pd si colloca di nuovo lontano da egoismi, da particolarismi, ma a difesa del nostro Paese contro le derive che si stanno confermando avventuristiche e pericolose”.
“I punti di riferimento del Pd sono: rifiutare ipotesi di coinvolgimento di una destra nazionalista e populista, strada non percorribile e accettabile” ha precisato il segretario nel suo intervento. E poi “garantire trasparenza, affinché questa crisi approdi all’interno di un percorso parlamentare. Questi temi si affrontano nelle sedi preposte, la Camera e il Senato”.
“L’Italia ha diritto a una speranza e a una possibilità di rinascita” e Zingaretti ha sottolineato l’importanza nell’ “aprire una fase di concordia, di metodo concertativo e di ascolto del Paese per compromessi alti”. Il leader dem ha sottolineato: “Il Pd ha fatto di tutti per una vocazione unitaria con innovazione e responsabilità e per garantire al Paese una guida all’altezza e per i bisogni delle persone. Abbiamo fatto di tutto per scongiurare la crisi, abbiamo lavorato all’ultimo momento” e “l’apertura della crisi ha aperto una grave fattura che non abbiamo voluto e abbiamo fatto di tutto per scongiurare”.
Al termine della direzione, il segretario ha lanciato un appello: “Nel Parlamento esistono sensibilità democratiche, liberali ed europeiste che possono unirsi, noi facciamo un appello alla luce del sole e abbiamo il dovere, non il diritto, di rivolgerci al Parlamento per chiedere la fiducia perché l’Italia deve affrontare il Recovery, il piano di vaccinazione, le riforme sociali e del lavoro. Partiamo da questo appello alla responsabilità a tutte le sensibilità democratiche, liberali ed europeiste che sono presenti in Parlamento.
“Non lasceremo mai gli italiani nelle mani di persone irresponsabili. Dobbiamo difendere il diritto alla salute dei cittadini. Bisogna sostenere autonomi, commercianti, partite IVA, chi porta avanti il Paese creando occupazione e posti di lavoro. Il MoVimento 5 Stelle è compatto. Mentre c’è chi prova a distruggere, noi ci impegniamo a ricostruire”, scrive il ministro Luigi Di Maio su Facebook.
Matteo Renzi non si è pentito di aver tolto l’appoggio al governo Conte bis richiamando le due ministre di Italia Viva, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, oltre al sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto. Il senatore ha aggiunto di non aver rotto con il governo, ma di aver agito dopo non aver ottenuto risposte su vari temi, dalla scuola ai vaccini. Ha affidato il suo pensiero ai microfoni del Corriere della Sera.
Renzi non ha risparmiato la frecciata al Partito democratico: “Se qualcuno nel Pd preferisce Mastella alla Bellanova o Di Battista a Rosato ce lo farà sapere”.
Ma cosa chiede l’ex premier? “Noi vogliamo – ha spiegato – che si formi un governo di coalizione con un ruolo fondamentale per il Pd e per i suoi esponenti”.
“Il Pd sa che senza Italia viva non ci sono i numeri – ha aggiunto -, forse non sarà più amore, ma almeno è matematica. Se Zingaretti insiste a dire no a Italia viva, finisce col dare il Paese a Salvini. È questo ciò che vuole?”.
Intanto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha detto che la scelta di Italia Viva è costata 8 milioni di euro per l’aumento dello spread: “Quanto ai soldi – ha risposto – vorrei ricordare che la mancata attivazione del Mes ci è costata da giugno ad oggi qualcosa come 564 milioni. Ecco, se vogliamo fermarci alla matematica abbiamo molte ragioni da rivendicare”.
La mossa di Renzi potrebbe essere vanificata nel caso in cui il governo Conte raggiunga la maggioranza al Senato, fissata a 161 voti: “Riconoscerei il successo parlamentare per il premier – ha detto Renzi -. Al momento da Palazzo Chigi sono molto attivi sui social dove sono degli autentici fuoriclasse, anche usando uno stile che mi fa rabbrividire e inquietare. Le aule parlamentari tuttavia sono fatte di deputati e senatori, non di follower. E raggiungere il quorum della maggioranza assoluta mi sembra difficile”.
Qualora comunque dovesse raggiungere i 161 voti, “rispetteremo il risultato. E da senatore continuerò a sostenere l’Italia sulle cose che condivido e votare contro le cose che non condivido”.
L’altro tema riguarda le voci in merito a una fuga di alcuni parlamentari da Italia Viva, dopo la decisione del leader di togliere l’appoggio al governo Conte: “Ogni giorno leggo di fughe da Italia viva raccontate dai media con la drammaticità di un esodo biblico. La realtà è che da quando siamo partiti abbiamo registrato 49 arrivi e 2 partenze. Il gruppo al Senato è super compatto”.
”Ciò che succederà ”non credo dipenda da noi, ma da cosa decideranno di fare la maggioranza di governo e il presidente Conte. Noi quello che avevamo da dire lo abbiamo scritto, in più occasioni, abbiamo descritto delle situazioni che andavano risolte, dopodiché non abbiamo avuto risposta”, ha affermato, intervenendo a “Agenda”, su Sky TG24, il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato. “Conte se vuole risolvere la crisi lo fa in un pomeriggio. Se pensa di aver fatto tutto bene, andasse avanti. Se pensa che ci sono sue responsabilità che è pronto a mettere sul tavolo in una riunione con le forze politiche per la soluzione la crisi si risolve in due ore. Ma non succederà….”.
Sul Recovery, aggiunge Rosato, ”molte cose, alcune cose importanti, sono state accolte e anche condivise, ma se non avessimo fatto quell’azione di forza? Il metodo in quella maggioranza va rivisto: non ci vogliono più in maggioranza? Io non sono qui a chiedere di rientrare ma dico: guardate con quel metodo non andate a risolvere i problemi. Il problema non è Renzi ma le questioni che abbiamo posto”.