Il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli, annuncia la cancellazione del question time ela convocazione della conferenza dei capigruppo a seguito della crisi del governo Conte, Roma 14 gennaio 2021. ANSA/FABIO FRUSTACI

Crisi di governo, Renzi svela la sua prima mossa in Senato

Il fondatore e leader di Italia Viva Matteo Renzi, protagonista in questa crisi di governo, ha pubblicato la sua nuova ‘enews’ nel giorno in cui il presidente del Consiglio Giuseppe Conte interviene alla Camera dei deputati e alla vigilia dell’intervento del premier al Senato. Renzi ha annunciato che interverrà in Senato durante la discussione generale.

La nota di Renzi si apre così: “Nelle prime ore dopo le dimissioni di Teresa, Elena e Ivan ci hanno insultato, offeso, minacciato. Chi si ferma ai titoli e non legge i documenti ci ha accusato di essere irresponsabili. Di mettere a rischio la stabilità del Paese. Piano piano, trasmissione dopo trasmissione, giorno dopo giorno, la verità inizia a venire fuori. Si capisce che il Recovery Plan ancora non va. Cresce la preoccupazione per una maggioranza raccogliticcia e senza respiro. Si avverte come chiediamo da mesi l’esigenza di un progetto Paese. Tutti concordano sulla necessità di un sogno unificante per il Paese e non di una caccia al singolo voto in Parlamento. Abbiamo chiesto alle forze di maggioranza di cambiare passo, di fare un salto di qualità, di non rinviare la soluzione dei problemi, di fare un patto di legislatura. Lo abbiamo fatto per mesi, accettando nel frattempo di votare di tutto, persino la fiducia a Bonafede, pur di dare un segnale di collaborazione.  Ci hanno dipinto come cacciatori di poltrone. Quando Bellanova, Bonetti e Scalfarotto hanno lasciato le loro poltrone ci hanno dipinto come irresponsabili. E il linciaggio mediatico studiato a tavolino non ha risparmiato nessuno di noi e dei nostri cari. Nessuno. La verità però è più forte delle veline. Quando la nebbia delle fake news si diraderà sarà più chiaro capire che cosa sta accadendo. E capiremo che il problema non è il mio carattere, ma il fallimento nella riapertura delle scuole, l’elevata mortalità del Covid, la crisi economica più grave d’Europa, il ritardo nella vaccinazione, un Recovery Plan non all’altezza del nostro Paese, le infrastrutture bloccate, la crisi dei piccoli che stanno chiudendo e non riapriranno. Di questo vogliamo parlare, non di carattere e fatti personali. Verrà il momento della verità, come è già avvenuto su tante altre questioni dal rapporto Stato-Regioni a Industria 4.0, dal Jobs Act ai diritti civili. Verrà quel momento e sarà bellissimo. Verrà anche il momento in cui qualcuno tornerà a riflettere sul riformismo in questo Paese. Il posizionamento del PD di questi giorni – molto, molto, molto vicino ai Cinque Stelle – è un fatto nuovo davvero rilevante per il futuro della politica italiana. Dico grazie a chi in Italia Viva sta resistendo a ogni forma di pressione. E dico grazie a chi ci sta aiutando con l’iscrizione, con il sostegno economico, con la presenza sul territorio e nei social. Siamo una comunità di persone coraggiose e libere: sono fiero di farne parte. Quanto a me, ho fatto molta TV in questi giorni.  Ci vediamo domani al Senato. Per noi in dichiarazione di voto parlerà Teresa Bellanova. Io interverrò durante la discussione generale”.

Matteo Renzi sembra sicuro di aver ricompattato i suoi gruppi in Parlamento e di poter evitare che dal suo partito vengano fuori voti a sostegno del governo Conte, in vista della richiesta di fiducia all’esecutivo prevista per oggi. Ma intanto arriva la seconda defezione dalle file di Italia Viva: la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan ha, infatti, annunciato di votare a favore della fiducia.

Ho deciso di votare la fiducia al governo Conte ha dichiarato Michela Rostan. Lo faccio perché tra la critica al governo e la crisi di governo c’è una grande differenza, e la differenza si chiama politica, cioè ricerca delle soluzioni, tentativo di intesa.  Era giusto – come fatto – incalzare il governo nei suoi punti deboli, nelle incertezze e negli errori compiuti nella gestione della pandemia, sia quella sanitaria sia quella sociale ed economica; era giusto chiedere un maggiore impegno, una maggiore collegialità, un maggiore rispetto delle regole democratiche. Ma la crisi, no. Ritirare i ministri, quindi ritirare la fiducia al governo e aprire una crisi al buio, in un momento storico come questo, appare una scelta troppo severa e troppo precipitosa’. 

Michela Rostan non è però l’unica ad aver preso una decisione contraria alle direttive di Italia Viva. Prima di lei un altro deputato ha sconfessato Matteo Renzi, abbandonando direttamente il partito per fare ritorno al Pd.

Si tratta dell’ex presidente della Regione Basilicata, adesso alla Camera, Vito De Filippo: “Voterò la fiducia a Conte” ha rivelato in un’intervista a Repubblica, nella quale ha spiegato le sue ragioni.

“Da tempo ho detto quale era la mia posizione Ho scritto nella chat di Iv che sono stati mesi intensi, anche molto belli. Il mio disagio però era diventato evidente. Mi sentivo e mi sento estraneo a tante posizioni che abbiamo assunto. Il tono, il merito, a volte mi sfuggiva’.

Per De Filippo, la goccia che ha fatto traboccare è stata la crisi aperta da Iv: “È stata una mossa che giudico sciagurata. Ma già non apprezzavo l’atteggiamento di Italia Viva sulla pandemia, che non è stato a mio avviso sufficientemente rigorista. La vicenda crisi è stata il culmine. C’è stato da parte di Renzi un atteggiamento corsaro. Io sono uno “spasimante” del dialogo, del confronto, della mediazione”.

“L’Italia sta rischiando l’osso del collo e non è una questione personale o scontro tra due ego. Se domani va male per me, io continuo a fare quello che sto facendo, ma non ci si rende conto che ora si rischia il futuro: o spendi ora i 300 miliardi dell’Europa o non li spendi più. Purtroppo sì, era il momento della crisi perché se non la fai adesso per spendere bene quei soldi, faremo un debito che pagheranno i nostri figli per anni”.

Intanto mancano poche ore alla conta in Aula che deciderà il destino di Giuseppe Conte e del suo governo. Dalle voci raccolte  secondo un senatore della maggioranza, “l’operazione costruttori si è sgonfiata” mentre altre fonti a sostegno del governo prevedono che il presidente del Consiglio “andrà in aula con 155-158 voti“. In questo modo, anche l’esecutivo   dovesse sopravvivere alla prova della fiducia, non avrebbe i numeri per fare molta strada.

Dal canto suo il coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato è tornato a parlare della crisi: “Per affrontare la tempesta questa è l’unica barca che vedo, altre non ne vedo all’orizzonte. Non vedo una maggioranza diversa” ha detto, riportato da Tgcom24.

“Non mi interessano gli appelli e i sondaggi, ci siamo assunti una responsabilità grandissima con il Recovery. Deputati e senatori sanno che 250 miliardi l’Italia non li vedrà mai più. Bisogna sapere come spenderli”.

Sull’altro versante ad esprimersi è anche il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che l’appello lo lancia in tv da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’: “I parlamentari di Italia Viva sono stati eletti con il Pd, spero vogliano rispettare la volontà di quell’elettorato, sennò si prendono seggi di quella comunità e si vota contro la sua volontà”.

“Faccio appello a tutti gli eletti del Pd di votare con il Pd – aggiunge Boccia. La maggioranza ci sarà, se è relativa o meno lo diranno i numeri“.

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