Bassa manutenzione

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da James Hansen:

Gli artisti perlopiù non sono molto portati a pensare alla manutenzione delle loro opere nel tempo. I quadri sono notoriamente delicati, i lavori degli scultori in creta non cotta o – peggio – in cera o cartapesta hanno delle vite limitate. Eppure, per chi commissiona i lavori creativi per gli ambienti pubblici, la sopravvivenza dell’opera alle intemperie e alle attenzioni del pubblico è una questione critica.

Il mosaico trompe l’oeil che appare qui sopra – pesci “statici” compresi – è esattamente ciò che convince gli architetti e i prudenti gestori della res publica. È del mosaicista e “public artist” inglese Gary Drostle. Si trova dal 1996 nei giardini pubblici di Croydon, il borgo più meridionale e più popoloso di Londra. Drostle, che è specializzato nel “duraturo”, lo chiama “l’ideale pescaia a bassa manutenzione”. L’artista, dopo un periodo di studio alla Fornace Orsoni di Venezia nel 2006, lavora in tutto il mondo, specialmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti, quasi sempre su commissione pubblica.

Ora, i venticinque anni della pescaia di Drostle non sono una grande età per un mosaico. Se ne trovano di romani e di greci che sembrano nuovi quando gli archeologi li riportano alla luce dopo millenni. Secondo gli studiosi, i mosaici nascono almeno 5mila anni fa con intenti più pratici che estetici, per ricoprire e proteggere muri e pavimenti in terra battuta. Attorno al secondo millennio a.C. si cominciò ad usarli come alternativa ai tappeti, per fare una sorta di pavimentazione decorata a ciottoli. Erano più resistenti al calpestio oltre ad essere impermeabili all’acqua. Poi, man mano, hanno cominciato ad acquisire il ruolo estetico che conosciamo.

All’epoca attuale i mosaici sono spesso guardati con sufficienza dal mondo artistico. Con occasionali e importanti eccezioni, spesso sono considerati una forma di artigianato o, al peggio, una disciplina da dilettanti senza talento. Esiste però la ragionevole possibilità che, tra 2mila anni, ciò che resterà della produzione creativa del nostro tempo sarà soprattutto una selezione di mosaici che ritraggono i vari gatti Fufi, Romeo e Briciola degli artisti della domenica.

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