Nel quarto trimestre del 2020 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 2 per cento rispetto al trimestre precedente e del 6,6 per cento in termini tendenziali. Cosi’ l’Istat nella stima preliminare del Pil. Secondo l’istituto di statistica il quarto trimestre del 2020 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in piu’ rispetto al quarto trimestre del 2019. La variazione congiunturale e’ la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi.
Dal lato della domanda, vi e’ un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta. Nel 2020 il Pil corretto per gli effetti di calendario e’ diminuito dell’8,9 per cento, mentre per il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi la riduzione e’ stata dell’8,8 per cento (nel 2020 vi sono state 2 giornate lavorative in piu’ rispetto al 2019). Si sottolinea che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2020 saranno diffusi il prossimo 1 marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 3 marzo. La variazione acquisita per il 2021 e’ pari a +2,3 per cento. “L’economia italiana registra, dopo il robusto recupero del terzo trimestre, una nuova contrazione nel quarto a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria – commenta l’Istat – Tale risultato determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1 per cento del trimestre precedente a -6,6 per cento”.