L’unica certezza è che Roberto Fico al Quirinale questa sera andrà: a dire cosa, forse si capirà solo all’ultimo minuto. La sua esplorazione ha ancora molte zone d’ombra, gira persino voce che potrebbe chiedere un supplemento di istruttoria, Mattarella non è felice di concedere una proroga a meno che il traguardo non sia in vista: 24-48 ore, naturalmente, non di più. Il capo dello Stato ha fretta, vorrebbe poter dare l’incarico domani e avere venerdì la lista dei ministri di cui, rispettoso come è dei limiti costituzionali, intende discutere solo con il presidente incaricato. Come capita nelle trattative più tese, il responso è incerto: le nuvole a notte invece di diradarsi sembravano più che mai addensate. Un po’ a causa del tavolo sul programma apparecchiato a Montecitorio con i capigruppo di maggioranza.
E’ ripartito questa mattina con i temi della giustizia il tavolo per il programma sul nuovo governo convocato dal presidente della Camera Roberto Fico. I lavori si prolungano nel pomeriggio, qualche ora in più del previsto. Dopo la giustizia, gruppi al lavoro su dossier istruzione, cultura e turismo. Il tavolo è stato sospeso alle 13,30 per un’assemblea dei Gruppi di Italia viva. Poi è ripreso e dovrebbe concludersi con un verbale scritto sui temi discussi.
Su ogni tema verranno indicate eventuali distanze nelle posizioni dei partiti coinvolti. Al termine del confronto, che si prolunga, in serata il presidente Fico salirà al Colle per chiarire se c’è o meno la volontà di ricostituire la vecchia maggioranza con i renziani e se ci fosse la possibilità di un esecutivo Conte ter. Se invece Iv non desse il via libera a Conte si aprirebbero altre strade, che il Presidente della Repubblica potrebbe imboccare dopo un secondo eventuale giro di consultazioni. Differenti le letture che arrivano dai partecipanti interpellati dai cronisti a margine: nessun passo avanti secondo la presidente dei deputati di Iv, Maria Elena Boschi. Passi avanti sulla giustizia invece secondo il capogruppo M5s alla Camera, Davide Crippa. Bruno Tabacci, deputato di Centro democratico, fa sapere che verrà consegnato “un verbalino” a Fico al termine dei lavori. Bocche cucite dai capigruppo del Pd, Andrea Marcucci e Graziano Delrio. Mentre Crippa risponde “a noi va bene” a chi gli chiede la posizione di M5s sul lodo Orlando sulla prescrizione. Qualche altra ora dunque per raggiungere un compromesso non facile, alla luce dell’esito della prima giornata. Unico paletto posto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella la continuità d’azione di ministeri chiave per l’emergenza Covid (Salute) e per il Recovery (Economia). La trattativa, spiegano, tuttavia, non avviene al tavolo di Montecitorio ma a quello tra i vertici di partito. Tra i nodi irrisolti c’è anche quello che riguarda il commissario con l’incarico per la campagna vaccinale Domenico Arcuri.
Si tratta di un mandato voluto dal premier Giuseppe Conte in prima persona, per il quale Italia viva chiede un avvicendamento e una svolta nella campagna vaccinale. “Ma se siamo i primi in Europa per doppio richiamo? Le critiche vanno bene, ma che siano fondate”, è il commento che arriva da fonti di governo.
Matteo Renzi, nella riunione dei parlamentari Iv, ha spiegato di essere in campo in prima persona a tutti i livelli per una mediazione. Però- ha spiegato, a quanto riferiscono fonti parlamentari – non ci sono segnali dal Pd e dal M5s.
Renzi, ieri aveva auspicato un nuovo esecutivo entro la fine di questa settimana. Ma ha anche rilanciato sul Mes, un tema fortemente osteggiato dal M5s, e chiesto un documento scritto finale e una bicamerale sul Recovery. I Cinquestelle, dal canto loro, hanno rilanciato con il reddito di cittadinanza e il salario minimo, senza tralasciare una riforma elettorale che contempli il meccanismo delle preferenze.
Altro elemento di scontro la composizione della squadra di governo, con Italia Viva che potrebbe chiedere qualche ministero più pesante. Mentre il segretario del Pd Zingaretti punta i piedi e ribadisce: “Conte e Gualtieri punti fermi”.
Un confronto ancora in salita, che se non dovesse andare a buon fine costringerebbe Mattarella a riassumere su di se i fili della crisi, con nuovi ragionamenti che al momento restano sullo sfondo. Di certo, il tempo corre e la necessità di non lasciare il Paese senza guida è sempre più stringente. Tempi supplementari’ non sono previsti, a meno che non si tratti di una manciata di ore. C’è anche l’ipotesi che il presidente della Camera, Roberto Fico, possa fare un nuovo rapido giro di consultazioni con le forze politiche di maggioranza al termine del tavolo di lavoro prima di salire al Colle.