Il presidente Mattarella ha fatto la scelta necessaria, dando il mandato a Mario Draghi “per formare un Governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato”. Adesso tocca a Draghi e alla consapevolezza da parte di tutte le espressioni politico-parlamentari, la ricerca di una soluzione che rimetta l’Italia sia su un sentiero di sviluppo socio-economico durevole sia nella sua vocazione di Nazione co-federatrice dell’Europa Unita.
Draghi è stato visto in una molteplicità di ruoli in Italia e nel contesto internazionale, dove ha dimostrato una straordinaria competenza tecnica unita ad altrettanta sensibilità politica e determinazione per scelte operative.
Da sottolineare la sua consapevolezza che la politica economica dei singoli Paesi, dell’Eurozona e della Ue, non possono ritenersi esentate dalla responsabilità di politiche di bilancio sane e per lo sviluppo socio-economico di lungo periodo, che la politica monetaria non può e non deve supplire.
La pandemia ha cambiato del tutto lo scenario del terzo decennio per la Ue e l’Eurozona, esponendo l’Italia a sfide ancora più forti di quelle che comunque avrebbe dovuto affrontare per recuperare i ritardi e i dualismi accumulati e accentuatisi nella crisi finanziaria del decennio passato.
Con la delegazione di Forza Italia è terminato ieri il secondo giro di consultazioni di Mario Draghi per tentare di comporre la squadra di governo. Crescente il fronte del ‘sì’ a un esecutivo guidato dall’ex numero uno della Bce. Dubbi da Leu, Renzi esprime pieno appoggio a Draghi: nelle sue mani il Recovery Fund è al sicuro. La parola ‘Mes’ sembra scomparsa dal vocabolario del leader di Italia Viva. E’ proprio sul Meccanismo europeo di stabilità che si è innescata la crisi del governo Conte II.
”Grazie a Mario Draghi: averlo individuato come interlocutore per formare un nuovo governo ha portato immediatamente una ventata di credibilità e fiducia nel Paese. E’ una polizza assicurativa per i nostri figli e nipoti
: nessuno può negarlo. Siamo nel periodo storico in cui l’Italia avrà più soldi da spendere nella storia, e questo ci porta a dire che chi meglio di Draghi può gestire questo passaggio”, così Matteo Renzi al termine delle consultazioni con il premier incaricato. “Mi auguro che tutte le forze politiche esprimano lo stesso sostegno a Draghi: il presidente della Repubblica ha fatto appello a tutti, chi oggi pone veti non fa solo un errore politico ma rifiuta l’appello del presidente della Repubblica che ha escluso per questo governo una connotazione politica e ha parlato di un governo cui tutte le forze possano dare un sostegno”.
Cosa non colta da altri, come Loredana De Petris (Leu): ‘Maggioranza sia coesa, noi incompatibili con Lega e sovranisti’ De Petris, parla di “Incompatibilità”: “Proprio perché i temi sono fondamentali, questa maggioranza è incompatibile con la presenza di forze come la Lega e le forze sovraniste della destra”.
La riservatezza di Draghi sulle sue ‘preferenze’ in politica gli consentirà di avere una maggioranza parlamentare che non abbiamo mai visto. Dalla Lega a Leu saranno dentro tranne Fdi per una sua scelta di posizionamento.
“E’ stato un confronto cordiale, franco, spero costruttivo. Abbiamo confermato che per una ragione di metodo e di merito non voteremo la fiducia, ma non per un pregiudizio nei confronti del presidente Draghi”. Così il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dopo le consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato: “Noi abbiamo proposto l’astensione, per il momento non è stata accettata, ma la proposta per tenere unito il centrodestra Fratelli d’Italia l’ha fatta. Se il nostro sarà un voto contro o di astensione lo vedremo. Io non so nulla, non so se è un governo tecnico, politico, qual è la squadra e quale il programma. L’Italia non è una democrazia di Serie B. Serve un governo con una maggioranza omogenea, cosa che sarebbe possibile solo con elezioni e un altro Parlamento. Per dare una mano non abbiamo bisogno di chiedere ministri e sottosegretari. Se arriveranno provvedimenti per fare bene all’Italia, noi voteremo questi provvedimenti come abbiamo sempre fatto. Mai andremo al governo con Pd, M5s e Renzi. Non so se Draghi intenda confermare il Recovery Plan di Conte, spero di no. Abbiamo portato le nostre proposte su porti, Sud, natalità, che è un tema economico che tutta l’Ue dovrebbe ascoltare. Abbiamo chiesto al premier incaricato se il suo sarà un governo a termine, che consenta di riportare al voto gli italiani a giugno. Non è così, l’orizzonte è più lungo, di legislatura’.
“Nell’ambito della fiducia che confermiamo, abbiamo espresso al professor Draghi le nostre preoccupazioni e le nostre proposte”. Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, dopo le consultazioni con il premier incaricato, Mario Draghi.
”Forza Italia conferma il “pieno appoggio” al tentativo di Mario Draghi “già anticipato dal presidente Berlusconi nel corso di un lungo colloquio telefonico. Fi si aspetta un esecutivo di alto livello capace di rappresentare al meglio l’unità del paese coinvolgendo tutte le risorse migliori della politica, dell’economia e della cultura”. Così Antonio Tajani, dopo la consultazione con il premier incaricato Mario Draghi.
“Forza Italia è pronta a dare il suo contributo di idee e programmi. Abbiamo consegnato due dossier, uno sul Recovery Plan e uno sul Piano Vaccinale. L’alto profilo del presidente Draghi è garanzia non solo della credibilità del nuovo esecutivo in Europa e nel mondo ma anche della serietà di un progetto’.
In realtà, anche se non strettamente necessaria, come indicato da Sergio Mattarella, per la formazione del governo Draghi, si è protesi verso una maggioranza che, secondo le ultime indiscrezioni, potrebbe avere numeri più alti di quelli del secondo esecutivo guidato dal premier Conte. Gli incontri decisivi saranno quelli con i partiti più grandi, ma le sensazioni, ad oggi, sono molto positive.