Mario Draghi ha ripreso le consultazioni per provare a dare un nuovo governo all’Italia. Finito il primo giro, si è entrati nel vivo con il secondo round. L’ultimo, probabilmente.
Obiettivo: far incastrare tutti i tasselli di una nuova allargatissima maggioranza (dal Pd e Leu fino all’inaspettata Lega, dal M5s a Forza Italia), salire al Quirinale con il puzzle finito e sciogliere la riserva dell’incarico ricevuto il 3 febbraio.
Al presidente Mattarella, Draghi potrebbe riferire dopo i colloqui con i partiti. Nella migliore delle scalette, il successore di Giuseppe Conte e la sua squadra potrebbero giurare entro venerdì 12. L’incaricato potrebbe anche confrontarsi con le parti sociali. Un dialogo molto atteso da imprese e sindacati, anticipato da Draghi subito dopo aver ricevuto il mandato dal Colle ma per ora senza convocazione ufficiale. Tanto da far pensare che sindacati, imprese e categorie potranno essere chiamate formalmente a governo fatto, direttamente a Palazzo Chigi.
Ieri pomeriggio è toccato ai partiti piccoli: dalle 15 con il gruppo Misto della Camera fino alle 17.30 con le Autonomie (in mezzo, il Movimento italiani all’estero, Azione, +Europa, i radicali, Noi con l’Italia, Cambiamo, Centro democratico).
Nel giorno dei piccoli partiti il presidente del Consiglio incaricato ha illustrato i pilastri del programma: europeismo e atlantismo; riforme (P.A., giustizia, fisco), lavoro e scuola. Indicazioni ancora molto sommarie che trapelano dai primi gruppi parlamentari che ha incontrato e che andranno definiti nei colloqui con le maggiori forze, oggi.
Il futuro governo dovrà ‘rimodulare il calendario scolastico’ dell’anno in corso, per recuperare i ‘numerosi giorni persi’. E’ quanto avrebbe detto il presidente incaricato Mario Draghi ai gruppi parlamentari finora incontrati. Lavorare da subito perché a settembre tutte le cattedre siano assegnate e i docenti siano in classe dal primo giorno del nuovo anno scolastico. E’ uno dei punti che Mario Draghi avrebbe posto in cima all’agenda di governo, nei colloqui con i partiti.
Il premier incaricato avrebbe sottolineato che bisogna evitare che ci siano quest’anno molte migliaia di cattedre vacanti come lo scorso anno, alla ripresa dopo l’estate.
Intanto dalle ore 13 di mercoledì 10 febbraio 2021 alle ore 13 di giovedì 11 febbraio 2021 gli iscritti M5S saranno chiamati a esprimersi su un eventuale supporto a un Governo presieduto da Mario Draghi. Lo annuncia il blog delle Stelle.
Tra i pentastellati dopo lungo tormento si decide di interpellare la base su Rousseau sul sostegno a Mario Draghi.
Il voto sulla piattaforma Rousseau, per decidere se appoggiare o meno il governo guidato da Mario Draghi, prima che il premier incaricato torni al Colle per sciogliere la riserva.
Contenere la fronda, se non ci fosse stata la consultazione degli iscritti, sarebbe stato complicato. ‘Li avremmo autorizzati alla scissione e anche con un’ottima ragione’, dice un deputato che da quando si è aperta la crisi è tiene in mano il pallottoliere per capire, come dicono in gergo i grillini, ‘quanti ne perdiamo a Palazzo Madama’. Al contrario, con il sondaggio su Rousseau, si spera in ambienti M5s che anche i ribelli possano rimettersi al volere della maggioranza: ‘Almeno ne recuperiamo un po’’. Ammesso che la maggioranza degli iscritti al blog segua le indicazioni del fondatore che si sta spendendo, tanto da essere arrivato a Roma, per la nascita del nuovo esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce.
Dalle consultazioni, come noto, prenderà forma il programma di Governo di Mario Draghi.
Oggi, giornata densa dalle 11 alle 17.15. I primi a sedersi di nuovo al tavolo con Draghi saranno i cosiddetti ‘responsabili’, il gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Conte. Poi Leu, Italia viva, Fratelli d’Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s.
A quel punto il quadro potrebbe essere chiaro per far scattare la sintesi del super banchiere, mentre la fiducia del Parlamento potrebbe anche arrivare la settimana successiva, dopo il 14 febbraio.
In ogni caso, secondo la prassi dell’alternanza, il primo voto dovrebbe essere al Senato. Ma dovrebbe decidere la conferenza dei capigruppo, in base anche a valutazioni politiche. Nel frattempo, a causa delle dimissioni di Conte il 26 gennaio, l’attività parlamentare è in standby.
‘Sospese’ le aule di Camera e Senato, la prossima settimana il lavoro proseguirà in sparute commissioni monopolizzate dalle audizioni per l’esame della proposta di Piano di ripresa e resilienza, funzionale al Recovery plan.
Sarà così nelle commissioni Bilancio di Montecitorio e in quelle Bilancio e Politiche europee di Palazzo Madama. Inoltre, alla Camera ci saranno audizioni per la riforma dell’Irpef alla commissione Finanze mentre la Affari sociali sentirà il commissario straordinario, Domenico Arcuri, sul piano vaccini.
E’ necessario vedere quelle che sono state le richieste dei partiti a Mario Draghi. Ovviamente ci sono argomenti cruciali, come ad esempio il Reddito di Cittadinanza per il Movimento 5 Stelle.
LeU ha presentato a Mario Draghi: no ad un governo con forze sovraniste e no ad un governo che contempli l’inserimento della flat tax.
Matteo Renzi sostanzialmente ha dato carta bianca al premier incaricato. Il leader di Iv ha parlato in linea molto generale del Recovery plan, ma quello di Italia Viva è un sostegno incondizionato. A prescindere da nomi, temi e natura dell’esecutivo. Piena fiducia in Mario Draghi quindi.
Il partito democratico chiede un impegno concreto sulla green economy e sul digitale, chiede meno burocrazia e interventi a sostegno delle aziende colpi dal Covid.
Tajani, per Forza Italia, ha chiesto un Recovery plan competitivo e una svolta nella campagna di vaccinazione.
La Lega è la forza politica che a sorpresa ha dato il suo sostegno a Mario Draghi. ‘Bisogna riprenderci le libertà costituzionali, basta governare l’Italia con i Dpcm. E far capire finalmente all’Europa che l’immigrazione non è un problema nostro, è un problema di tutti’, Matteo Salvini sta fissando i punti programmatici che oggi pomeriggio esporrà a Mario Draghi nel secondo giro di consultazioni, quello decisivo. Un ventaglio di temi che parte dall’immediata gestione della seconda ondata di pandemia, con la richiesta di riapertura serale di bar e ristoranti, minori limiti alla mobilità individuale e interregionale, ristori più efficaci per le categorie colpite, turismo e stagione dello sci. E’ ora di abbandonare la ‘scelta anti-democratica’ dei decreti presidenziali per gestire l’emergenza. Ma quando parla di ‘modello Lombardia’, la Lega ha un’idea chiara: liberarsi di Arcuri, ultimo residuo del governo Conte.
Il leader della Lega sull’immigrazione spiazza: ‘Vogliamo le stesse regole di Francia e Germania, devono capire che è un problema europeo e va risolto con un impianto uguale per tutti’.
A Mario Draghi spetterà l’ardo compito di ordinare le richieste che sono state avanzate dai partiti per produrre un programma di governo che possa essere accettato da tutte le forze politiche che si sono dette pronte e disposte a sostenerlo. L’ultimo punto sarà dato dalla scelta dei ministri