Nuovo Dpcm: Le misure decise dal governo Draghi

Il nuovo Dpcm del governo Draghi   prorogherà le misure di limitazione alla diffusione del coronavirus fino a Pasqua e sarà in vigore, secondo quanto anticipato dal Corriere della Sera, dal 6 marzo al 6 aprile. Pochi gli allentamenti, considerando la conferma del coprifuoco, dell’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto e al chiuso e di mantenere il distanziamento. Gli spostamenti tra regioni, anche in fascia gialla, sono per ora proibiti fino al 27 marzo.

Il metodo Draghi, in discontinuità con il governo Conte bis, prevede il costante coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale e informative al Parlamento per permettere a deputati e senatori di suggerire modifiche a Dpcm, decreti legge e ordinanze di ministri e governatori. Dovrebbe essere ridotto il numero di membri del Comitato tecnico scientifico e appuntato un portavoce unico.

Draghi prevede di rendere più veloce l’erogazione dei ristori grazie alla collaborazione tra Palazzo Chigi, i ministeri economici e quelli più coinvolti nei processi decisionali per le misure anti Covid. Alla cabina di regia politica, oltre al premier e al sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli, prenderanno parte anche i ministri Giorgetti (Sviluppo economico), Patuanelli (Agricoltura), Speranza (Salute), Gelmini (Affari regionali e autonomie), Bonetti (Famiglia e pari opportunità) e Franceschini (Cultura).

Rimane il sistema dei colori, con la zona rossa, la zona arancione e la zona gialla per indicare il rischio alto, medio e basso in relazione all’emergenza sanitaria. Confermata anche la zona bianca, da applicare alle regioni o ai territori che riescono a debellare il coronavirus. Dopo le numerose richieste dei governatori, Draghi ha aperto un tavolo con il ministero della Salute, l’Iss e i tecnici delle Regioni per modificare il modo in cui i parametri come l’Rt e il numero di posti letto influiscono sulle chiusure.

La ministra Mariastella Gelmini (Affari regionali e Autonomie), dopo il vertice con Regioni ed enti locali ha dichiarato che ‘le chiusure non entreranno più in vigore di domenica ma di lunedì’. Questo per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche.  Al Corriere della Sera ha anche dichiarato che è fondamentale il confronto costante con le Regioni e anticipare le decisioni, in modo da lasciare ai cittadini il tempo necessario per poter organizzare la propria vita.

Nel suo intervento in Parlamento il ministro della Salute Roberto Speranza ha lascito pochi dubbi su quello che accadrà dopo il 5 marzo, data di scadenza dell’ultimo dpcm del governo Conte.

Speranza ha fatto il punto della situazione evidenziando un peggioramento della situazione dal punto di vista epidemiologico. Nonostante le restrizioni in vigore, l’indice Rt medio nazionale sfiora l’1. E la situazione potrebbe peggiorare quando la variante inglese diventerà quella dominante. Come noto, la variante in questione è caratterizzata da una maggiore rapidità di diffusione. Quindi è ipotizzabile un aumento dei casi.

Per questo motivo, come detto,  con il provvedimento che andrà a sostituire il dpcm in scadenza il prossimo 5 marzo il governo non allenterà le misure restrittive in vigore.

Il nuovo provvedimento del governo Draghi dovrebbe durare un mese. La scadenza sarebbe fissata quindi per il 6 aprile. E Pasqua cade il 4 aprile. Quindi, come per Natale, dovremmo fare i conti con una serie di restrizioni che complicheranno i festeggiamenti tra amici e parenti. Anche le tradizionali gite fuori porta di Pasquetta saranno  complicate. Si spera che nel corso del mese di marzo, anche grazie alla campagna di vaccinazione, la situazione epidemiologica possa migliorare consentendo al governo di allentare le misure.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato ai microfoni dei giornalisti presenti fuori dal Senato l’ipotesi di nuove restrizioni anche durante il periodo delle vacanze di Pasqua. Commentando l’ipotesi di restrizioni anche a Pasqua, ha parlato di ipotesi poco rispettose nei confronti degli italiani:  ‘Mi rifiuto di pensare ad altre settimane e altri mesi, addirittura di chiusura e di paura. Se ci sono situazioni locali a rischio, si intervenga a livello locale. Però parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani. La parola al buon senso. I sindaci di tutta Italia e di tutti i colori politici chiedono di riavviare alcune attività economiche, sociali, imprenditoriali che non comportano alcun rischio’.

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