Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da James Hansen:
È facile supporre che noi siamo l’apice dell’evoluzione, che dopo un’immensità di millenni gli esseri umani siano giunti alla forma finale. Non è così. Anzi, emergono indicazioni che la razza umana sia entrata da poco in una fase di evoluzione accelerata. La prova più evidente riguarda la scomparsa dei denti del giudizio. Cominciano improvvisamente a nascere moltissimi bambini totalmente senza le “gemme” di questi dentacci, che non gli spunteranno mai. È la correzione naturale di un “design error” evolutivo che ci portiamo appresso da oltre due milioni di anni, da quando una mutazione genetica accorciò radicalmente la mascella umana, liberando maggior spazio per il cervello, ma togliendo quello necessario ad accogliere quei denti in più, che di frequente non entrano correttamente nell’arcata dentale, servono a poco e spesso devono essere estratti con un intervento dentistico doloroso. La scienza medica ha identificato diversi altri esempi interessanti di ciò che viene definita “microevoluzione”. Il processo evolutivo ha recentemente creato—o almeno fatto prosperare—una nuova arteria sanguigna nel braccio umano. Secondo studi anatomici, la “nuova” arteria mediana dell’avambraccio è ora tre volte più comune di quanto fosse tra le persone nate negli anni ‘80 del 19° secolo. Esisteva già in forma temporanea nella fase dello sviluppo dei bambini nel grembo materno, ma scompariva prima della nascita. Ora sta diventando “persistente”, ossia permanente. Si stanno anche evolvendo nuove ossa—come la “fabella”, un piccolo osso vestigiale “di ritorno” sul retro del ginocchio che era quasi completamente sparito dal corpo umano—e perfino nuove giunture ossee nei piedi. Che siano novità positive o meno non è dato sapere, ma l’evoluzione non fa sempre ciò che vorremmo noi: c’è anche un aumento dei casi di spina bifida occulta, un difetto di formazione ossea in cui la parte terminale di alcune vertebre della schiena non è completamente chiusa. Ma perché fioccano queste novità? In parte, dipenderà dal fatto che siamo più capaci di una volta a osservarle e a registrarle. Il Dr. Teghan Lucas, della Flinders University in Australia—secondo cui “le nostre ricerche dimostrano che stiamo evolvendo al passo più rapido da 250 anni”—attribuisce invece il fenomeno anche al “rilassamento” della selezione naturale darwiniana. Darwin, com’è noto, ipotizzò la selezione “dei più forti”, di quelli con la maggiore possibilità di sopravvivere e riprodursi, trasmettendo il proprio corredo genetico alla prole. L’ipotesi della “selezione rilassata” proposta da Lucas e da altri ricercatori è che la vita moderna permetterebbe ai “meno forti”—molto più rispetto al passato—di sopravvivere fino alla riproduzione. Ciò grazie ai progressi nella medicina, all’alimentazione più abbondante e, in generale, secondo Lucas, “ad un ambiente più favorevole all’uomo” cosicché “la nostra specie è arrivata ad un punto in cui la selezione naturale non rimuove più i casi anomali dal pool genico”. Ciò un po’ per dire che la visione dell’evoluzione come una sorta di “distillazione” genetica verso una forma sempre più perfezionata potrebbe ora cedere il posto piuttosto a una diversificazione delle possibilità umane.