Giorgia Meloni e la ‘destra moderna’, vista da Vauro e Galli della Loggia

Gentile direttore, colgo l’occasione dell’editoriale che  Ernesto Galli della Loggia ha dedicato a Fratelli d’Italia e alla “Destra moderna che serve” per provare a completare le sue riflessioni intelligenti e suggestive.

Molti dei suggerimenti di Galli della Loggia esistono dunque già nella destra rappresentata da Fratelli d’Italia.

È su questi presupposti che una moderna Destra di governo deve poggiare una visione a lungo termine, il cui obiettivo è tracciare una strada da percorrere nella complessità del tempo e della storia.

In questo ultimo mese ho ascoltato giudizi severi sulla decisione di FdI di non far parte della (troppo) variegata maggioranza che sostiene il governo Draghi, spingendo alcuni osservatori a considerarci un partito perennemente tentato da una «opposizione a prescindere». La nostra scelta, invece, oltre a preservare la natura democratica della nostra Nazione (senza un’opposizione l’Italia assomiglierebbe sinistramente a un regime), richiama l’idea che abbiamo di una Destra moderna ma legata a un principio di coerenza e di difesa della sovranità popolare. Troppo spesso la coerenza viene liquidata come un’anticaglia retorica ma è, o almeno dovrebbe essere, il fondamento della rappresentanza in una moderna democrazia. E la sovranità popolare viene quasi considerata un optional, mentre essa rappresenta lo strumento per arginare ogni rischio di degenerazione autoritaria in una società che ha visto la politica ridursi a mera gestione del potere e nuove oligarchie e tecnocrazie occupare lo spazio che spetterebbe alla (buona) politica.

È su questi presupposti che una moderna Destra di governo deve poggiare una visione a lungo termine, il cui obiettivo è tracciare una strada da percorrere nella complessità del tempo e della storia. Galli della Loggia ricorda che compito della destra è la difesa dello Stato nazionale ma senza alcun richiamo al «nazionalismo di un tempo alla sua boria e alle sue imprese». Lo condivido. E tra il nazionalismo aggressivo e il tradimento costante dell’interesse nazionale tanto in voga in certi circoli politici e intellettuali della sinistra, Fratelli d’Italia ha scelto di definirsi come un partito patriottico. Roger Scruton, uno dei grandi maestri del pensiero conservatore europeo, definiva il patriottismo come la devozione «alla propria terra, ai propri concittadini e alla cultura che li accomuna». È la lealtà nazionale il fondamento di quei valori di coesione sociale e solidarietà che Galli della Loggia inscrive nei moderni conservatori. Da qui deriva la battaglia dei Conservatori europei, di cui ho l’onore di essere presidente, per un modello confederale di Europa che veda negli Stati e nelle identità dei popoli europei non un ostacolo da abbattere in nome di un globalismo acritico, ma un valore da difendere. Perché siamo convinti che l’unità dell’Europa può realizzarsi solo dentro un principio di sussidiarietà che rispetti la sovranità degli Stati nazionali e dei suoi cittadini.

Ovviamente all’interno di una cornice di interesse generale che la Ue è chiamata a tutelare. Molti dei suggerimenti di Galli della Loggia esistono dunque già nella destra rappresentata da Fratelli d’Italia. Questa destra oggi difende il valore dello Stato come spazio del bene comune e degli interessi nazionali, vuole una democrazia che decide con la riforma presidenzialista, si batte per ricucire le distanze tra Nord e Sud, tra vecchi e giovani, tra garantiti e non garantiti, tra impresa e lavoro, in un rinnovato progetto di coesione nazionale che è nel nostro Dna. Questa destra si pone a difesa dei più fragili e di quella classe media che è alla base della nascita delle democrazie e che oggi, in tutto l’Occidente, è minacciata da una globalizzazione selvaggia che sta rafforzando sempre più una ristretta élite che detiene non solo il potere economico e finanziario ma anche quello tecnologico e mediatico. E su ciascuno di questi titoli potrei elencare fatti concreti, proposte, azioni, che ometto unicamente per ragioni di spazio, ma sono a disposizione di chi voglia approfondire. In realtà la «destra moderna che serve», e che in parte tratteggia Galli della Loggia, non abita i non-luoghi dell’utopia o lo spazio dell’immaginazione; esiste e sta prendendo forma nel progetto di Fratelli d’Italia. E la fiducia che sempre più italiani ci stanno mostrando lo conferma.

E’ una risposta garbata e puntuale quella di Giorgia Meloni, mirata soprattutto a fare chiarezza su alcune posizioni e giustizia dei consueti pregiudizi. Tra le prime rientra senz’altro il “no” al governo Draghi.  Non siamo «un partito perennemente tentato da una “opposizione a prescindere”», premette la Meloni. «La nostra scelta – spiega -, oltre a preservare la natura democratica della nostra Nazione, richiama l’idea che abbiamo di una Destra moderna ma legata ad un principio di coerenza e di difesa della sovranità popolare».  Coerenza e sovranità popolare. Se la prima «non è un’anticaglia», la seconda «viene quasi considerata un optional». La Meloni si dice d’accordo con l’editorialista nell’attribuire alla destra la difesa dello Stato nazionale ma senza precipitare nel nazionalismo aggressivo. «Condivido – scrive -. E tra il nazionalismo aggressivo e il tradimento costante dell’interesse nazionale tanto in voga in certi circoli politici e intellettuali della sinistra, Fratelli d’Italia ha scelto di definirsi come un partito patriottico». Un concetto che la leader della destra ha voluto sottolineare citando Roger Scruton, uno dei grandi maestri del pensiero conservatore europeo. «Definiva il patriottismo come la devozione “alla propria terra, ai propri concittadini e alla cultura che li accomuna”», ricorda la Meloni. Il patriottismo, in pratica, è il pilastro di quei valori di coesione sociale e  solidarietà che Galli della Loggia inscrive nei moderni conservatori». Un identikit in cui FdI si riconosce in pieno.

Non per niente, la sua leader è la presidente dei Conservatori europei. E la battaglia dell’Ecr nella Ue è mirata a realizzare «un modello confederale di Europa che vede negli Stati e nelle identità dei popoli europei non un ostacolo da abbattere in nome di un globalismo acritico, ma un valore da difendere». L’idea d’unità Europa propugnata da FdI, dunque, si realizza all’interno del «principio di sussidiarietà». La Ue rispetta «la sovranità degli Stati nazionali e dei suoi cittadini» ma dentro «una cornice di interesse generale che la stessa Ue è chiamata a tutelare». Insomma, sottolinea la Meloni, molti dei suggerimenti dell’editorialista, «esistono dunque già nella destra rappresentata da Fratelli d’Italia».

A Giorgia Meloni risponde Galli della Loggia:

Ringrazio l’onorevole Meloni per l’attenzione prestata al mio editoriale e prendo atto dell’ampia rassegna programmatica che ci ha voluto fornire. Mi permetto solo di darle un suggerimento diciamo così pratico: per dare alle sue battaglie che vanno nella direzione da me auspicata maggiore visibilità di quanta abbiano avuto finora penso che Fratelli d’Italia farebbe bene a concentrarsi solo su un paio di esse, quelle ritenute più importanti, mettendo in secondo piano ogni altra. In politica a volte ci sono piccoli gesti che valgono più di mille discorsi: se ad esempio Fratelli d’Italia decidesse anche di disfarsi una volta per tutte dei discutibili nostalgici che ogni tanto si aggirano dalle sue parti — e della cui presenza sono certo l’onorevole Meloni per prima capisce il danno che arreca al suo partito — questo sicuramente varrebbe più di mille battaglie.

Vauro,  l’ex vignettista, attacca nuovamente  Fratelli d’Italia. Già il mese scorso Vauro Senesi,  aveva cercato gloria dichiarando di non voler manifestare solidarietà a Giorgia Meloni dopo le offese degli illuminati docenti di Siena, per poi approdare alle offese dei militanti di FdI

“La Meloni ha annunciato pubblicamente che mi querelerà perché, ospite da Paola De Debbio, ho detto che Fdi è è un partito che cavalca il fascismo e il razzismo”, ha ricordato il vignettista: ”Io con questi non ci parlo neanche ma voglio dire che sono contento perché mi piacerebbe vedere, in un aula di tribunale, come fanno a dimostrare il contrario e cioè che Fdi non cavalca il fascismo e il razzismo”.

«Non ho alcun interesse alla solidarietà di un personaggio come Vauro, ma per le sue dichiarazioni diffamanti rivolte verso Fratelli d’Italia in TV ne risponderà legalmente», aveva scritto in occasione delle precedenti offese la leader di Fratelli d’Italia su Facebook.  «Non sono più disposta a tollerare questo tipo di diffamazione nei confronti miei e del partito di cui sono Presidente».

Chiudo il pezzo con il vignettista Vauro per richiamare quanto scritto da Galli della Loggia: ‘…dei discutibili nostalgici che ogni tanto si aggirano dalle sue parti — e della cui presenza sono certo l’onorevole Meloni per prima capisce il danno…’. Ovviamente l’editorialista quando scrive ‘discutibili nostalgici’ si riferisce a ‘fascisti e razzisti’ che in realtà abitano nelle menti e nei pensieri (sinistri) di chi abita e colora la collocazione politica dei partiti posizionati   a sinistra.

Galli della Loggia, con molta eleganza discorsiva, usando parole quasi silenziose, di quelle che portano tempesta, ha camuffato tra le righe la parola ‘fascismo’. Sia dall’alto dell’editorialista, che dal basso del vignettista, ritorna l’abituale insulto: ‘fascista’.

Forse, o meglio probabilmente, il vero ed autentico fascismo lo si ritrova nel modo di pensare e di scrivere di chi lo condanna.

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