Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo ricevuto da Tartaglia Arte:
La compagnia Ginkgo Teatro ha chiesto a un gruppo di adolescenti di condividere i propri sentimenti sulla pandemia: il risultato è un racconto corale fatto di parole e riflessioni profonde, racchiuse in un emozionante documentario …
Cosa vuol dire essere adolescenti in piena pandemia? Quali sono i limiti e le sfide quotidiane a cui i ragazzi di oggi sono sottoposti, mentre il mondo fuori cambia in maniera drastica come mai prima d’ora era accaduto? A porsi la domanda – o meglio, a rivolgerla agli stessi protagonisti – è stata la compagnia Ginkgo Teatro, con un laboratorio online dedicato al tema del lockdown visto attraverso gli occhi dei più giovani.
UN RACCONTO CORALE
Nato grazie a Marche Palcoscenico Aperto. I mestieri dello spettacolo non si fermano (iniziativa voluta e finanziata dalla Regione Marche in collaborazione con AMAT), e liberamente ispirato al dramma di Frank Wedekind Risveglio di primavera, il progetto ha avuto inizio nel mese di gennaio, con il lancio di una open call rivolta agli adolescenti d’Italia. Incontrati “virtualmente” dai membri della compagnia (Luisa Borini, Marina Occhionero, Giulia Quadrelli, Mario Scandale, Luca Tanganelli e Giulia Trippetta), undici ragazzi tra i 14 e i 17 anni sono stati invitati a esprimere ansie e aspettative in risposta alla situazione. Le problematicità che emergono dalle riflessioni dei giovani sono tante: dalle difficoltà a studiare in Dad alla rassegnazione per il domani, dagli “attacchi di rabbia” alla speranza in attesa di giorni migliori. A conclusione delle interviste, le parole, i sorrisi e gli occhi lucidi dei protagonisti sono stati racchiusi all’interno di un toccante docu-spettacolo: una “fotografia” vivida ed emozionante sulla vulnerabilità dei più giovani e, più in generale, sull’efficacia del teatro inteso come strumento di analisi del nostro tempo.
By Alex Urso – artribune.com