La campagna vaccinale anti Covid è ormai avviata da diversi mesi in tutta Italia e in molti si chiedono cosa succederà dopo la seconda dose. Il rischio, infatti, è che quando gli ultimi italiani saranno vaccinati, i primi perderanno gli anticorpi e si dovrà ricominciare daccapo. Oppure, per via delle varianti, il virus potrebbe mutare e costituire una minaccia nuova. A fare chiarezza sulla situazione ci ha pensato Alberto Mantovani, il direttore scientifico dell’Humanitas di Milano.
Quello che succederà nei prossimi anni, dopo che l’ultimo italiano si sarà vaccinato, secondo Mantovani è presto detto: “Dovremo fare i richiami contro le varianti, come avviene con l’influenza e dovremo tornare a produrre vaccini per garantirci le dosi necessarie”.
Mantovani ne ha parlato in un’intervista a Repubblica, dove ha commentato anche l’ultima ordinanza di Figliuolo: “Sono assolutamente d’accordo. Non si sottolinea abbastanza che vaccinando gli anziani mettiamo in sicurezza loro e noi stessi. Con coperture ampie dei fragili liberiamo terapie intensive e spazi per curare cancro e problemi cardiovascolari”.
In merito agli effetti collaterali di AstraZeneca, Mantovani ha precisato: “Il Regno Unito ha vaccinato 20 milioni di persone e registrato 79 casi di trombosi. Si tratta di un caso su 250mila, di un rischio basso. Non dovremmo dimenticare che 1 donna su 2mila che prendono la pillola anticoncezionale per un anno ha problemi di emostasi e trombosi. E l’eparina non frazionata nell’1% di chi la prende fa sviluppare autoanticorpi come quelli forse associati al vaccino. Alcune settimane fa un lavoro scientifico ha stimato che l’8 e l’11% dei pazienti Covid vanno incontro a tromboembolia venosa. Il dato sale al 20-25% tra chi è in intensiva. Tutti rischi molto più alti rispetto ai rarissimi legati al vaccino”.
Infine, sulla campagna vaccinale in Italia, l’esperto ha dichiarato: “La stima è che entro la fine dell’anno saranno prodotte nel mondo tra 8 e 11 miliardi di dosi. Così i problemi dovrebbero essere risolti”.
“Comunque – ha ricordato l’esperto – il nostro Paese aveva una grande tradizione, esportava più vaccini di quanti ne importava. Credo sia strategica la valorizzazione della nostra capacità di innovare e fabbricare in questo settore. Dobbiamo recuperare questa grande tradizione e tornare a produrre per avere i vaccini per le varianti”.