Con il Consiglio dei Ministri di domani si potrebbe chiudere la partita delle nomine ai vertici delle Agenzie Fiscali, compreso il ruolo di direttore del Demanio che dovrebbe andare ad Alessandra Dal Verme, attuale dirigente dell’ispettorato generale per gli affari economici alla Ragioneria dello Stato e cognata del commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni. Il presidente del consiglio Draghi, prima di dare il via libera alle nomine, avrebbe chiesto un paio di settimane fa un parere all’Avvocatura di Stato per evitare ricorsi e bloccare la macchina amministrativa statale. Check che pare sia stato chiesto dal Premier soprattutto in relazione al cambio di vertice all’Agenzia del Demanio, attualmente guidata da Antonio Agostini, come raccontato da Progetto Italia News.
Un avvicendamento che potrebbe portare non pochi problemi al Governo italiano non solo per la parentela tra la Dal Verme e Gentiloni, che venerdì scorso ha incontrato il premier Draghi ufficialmente per discutere dell’attuale situazione economica europea.
Sulla Dal Verme pesa, infatti, oltre l’opportunità politica della nomina anche una ‘incompatibilità’ tecnica. Incompatibilità legata proprio all’ex presidente del consiglio Gentiloni: tra le incompatibilità dei commissari europei spicca proprio quella di non avere parenti o affini nei Paesi membri dell’Unione europea che gestiscono investimenti e risorse che hanno a che fare con fondi comunitari. E l’attività dell’Agenzia del Demanio riveste un ruolo fondamentale nella progettazione e realizzazione del Recovery Found. A questa si aggiunge una norma del Testo unico della dirigenza pubblica che statuisce che i dirigenti delle amministrazioni vigilanti non possono avere incarichi operativi negli enti vigilati. Insomma la Dal Verme, passando dal ruolo di dirigente dell’ispettorato generale per gli affari economici della Ragioneria dello Stato al Demanio, rivestirebbe il ruolo di vigilante e vigilata. Ma non solo: come si legge nel suo curriculum vitae pubblicato sul sito del ministero, è stata Presidente del Collegio Sindacale – Autovie Venete SpA e Componente effettivo del Collegio sindacale – Alitalia SpA. E se dovesse approdare all’Agenzia del Demanio sarebbe chiamata a dare tante spiegazioni sulle decisioni dell’Agenzia che in qualche modo investono anche questi due colossi. Su tutte l’affaire Atlantia e quindi Autostrade: un settore di interesse del Demanio che porterebbe la Del Verme, per le sue precedenti cariche in aperto contrasto con la direzione cui aspirerebbe. Il dossier Autostrade Spa è ancora lì aperto e con i grillini ancora sulle barricate potrebbe diventare un grosso problema per Mario Draghi. Insomma una brutta gatta da pelare per Draghi, forse la più spinosa di tutte nella guerra delle nomine tipica di un governo di larghe intese come quello attuale.