La proposta di una patrimoniale era apparsa già col precedente governo alla fine dello scorso anno e adesso ritorna come una delle soluzioni per bilanciare l’aumento del debito pubblico italiano, necessario a fronteggiare gli effetti economici dell’epidemia Covid-19
Tra i promotori della misura il Fondo monetario internazionale (Fmi), che sostiene l’introduzione di una nuova tassa sui redditi più alti, così da supportare la ripresa finanziaria dei Paesi più colpiti dalla pandemia.
Nel suo rapporto semestrale sulla fiscalità, l’Ente internazionale ha sottolineato come nell’ultimo anno di pandemia le disuguaglianze e disparità tra ricchi e poveri si siano aggravate. Per questo ritiene opportuno “un contributo temporaneo di recupero, riscosso su redditi elevati o ricchezza” come l’ha definito l’Fmi, per redistribuire le risorse in maniera più equa, anche a chi a causa delle chiusure e delle limitazioni a contrasto del coronavirus ha perso tutto..
Per sua natura la patrimoniale rappresenta un’imposta alla quale lo Stato ricorre in situazioni eccezionali, come dimostra il suo impiego per risollevarsi dai debiti di guerra e dalle distruzioni provocate dai due conflitti mondiali e per riuscire a superare le crisi finanziare del 1992 e nel 2012. Per questo un suo utilizzo potrebbe essere giustificato dalle circostanze straordinarie dell’emergenza sanitaria ed economica provocata dal Covid-19.
Sostenitrice dell’imposta anche l’ex ministra del Lavoro del governo Monti, Elsa Fornero che ultimamente è tornata a parlarne in TV, ospite su La7: “Aumenterà il debito pubblico, in questo momento fare debito è ammesso e dovuto, altrimenti dove si prendono i soldi? Si potrebbe introdurre una patrimoniale, ma quale partito la proporrebbe? Sarebbe un discorso onesto, vorrebbe dire non addossare tutto alle generazioni future”.
“Il debito sarà un problema, ma il principale è il lavoro, perché si lavorava poco e si lavorerà ancora meno” ha detto la professoressa in collegamento a diMartedì.
Ma in che forma potrebbe essere realizzata la patrimoniale? Durante lo scorso esecutivo il tema è stato sollevato da Nicola Fratorianni (Sinistra Italiana – LeU) e Matteo Orfini (PD) con la firma ad un emendamento alla Manovra firmato, nonostante il parere contrario del Governo e dello stesso Partito Democratico.
Tra i parametri considerati la proposta prevedeva l’abolizione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, sostituite un’imposta variabile sui grandi patrimoni, ipotizzando un’aliquota progressiva minima da:
- 0,2%, per patrimoni da 500 mila euro fino a 1 milione di euro;
- 0,5% per quelli tra 1 milione e 5 milioni di euro;
- 1% per quelli tra 5 milioni e 50 milioni di euro;
- 2% per quelli oltre i 50 milioni di euro;
- 3% una tantum solo per l’anno 2021 per i patrimoni superiori a 1 miliardo di euro.