Boris Johnson ha criticato la nuova sentenza – a un anno con divieto di lasciare l’Iran – comminata oggi nei confronti di Nazanin Zaghari-Ratcliffe, la madre di famiglia irano-inglese, dipendente della Fondazione Thomson Reuters, che aveva appena finito di scontare una precedente controversa condanna per spionaggio dopo esser stata arrestata durante una visita nel Paese d’origine. “Non credo sia assolutamente giusto che Nazinin debba scontare un’altra pena”, ha detto il premier Tory a margine di una visita a a Wrexham
“Ovviamente dovremo studiare il verdetto nel dettaglio”, ha aggiunto, assicurando che il suo governo “non si fermerà e raddoppierà gli sforzi” per ottenere che Zaghari-Ratcliffe sia rilasciata e possa tornare dalla famiglia nel Regno Unito, “lavorando sulla questione anche con i nostri amici americani”.
Intervistato dalla Bbc, il marito della donna, Richard Ratcliffe, ha a sua volta confermato la nuova condanna, denunciandola “chiaramente” come frutto di “una tattica negoziale” delle autorità iraniane: decise a suo dire a usare la moglie come merce di scambio sia sul tavolo della rivendicazione di un vecchio debito per forniture militari che Teheran contesta da molti anni a Londra, sia su quello della possibile ricucitura dell’accordo internazionale sul proprio programma nucleare abbandonato a suo tempo dagli Usa.