Covid, variante brasiliana in un vaccinato

Dalla Sicilia giunge notizia di un anziano di 83 anni risultato positivo al Covid-19 dopo aver ricevuto entrambe le dosi del vaccino di Pfizer. L’azienda Villa Sofia-Cervello di Palermo ha inoltre reso noto che il virus rilevato nel paziente è quello della cosiddetta variante brasiliana (P.1).

La positività è stata immediatamente notificata al laboratorio regionale di riferimento, dopo che il paziente 83enne, immunodepresso, si è presentato al pronto soccorso con “sintomatologia respiratoria e intestinale clinicamente significative”. Aveva ricevuto da pochi giorni la seconda dose di Pfizer.

La domanda che molti potrebbero porsi in questo momento è se la variante brasiliana, dunque, potrebbe eludere le difese del vaccino, in questo caso quello di Pfizer. Sebbene gli studi sul tema siano ancora in corso, e alcuni dei quali abbiano dato finora esiti promettenti, gli esperti ipotizzano che i vaccini sviluppati per riconoscere la proteina Spike del ceppo originario del coronavirus siano generalmente un po’ meno efficaci contro le varianti.

Sul sito dell’Istituto superiore di sanità, alla pagina delle FAQ su vaccini e varianti, si legge: “Al momento i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia“.

Questo perché la variante brasiliana, come quella sudafricana, ha tre mutazioni sulla proteina Spike, la via d’accesso che il virus utilizza per invadere le cellule; queste mutazioni rendono più difficile il riconoscimento dell’agente patogeno da parte del sistema immunitario, che quindi potrebbe fornire una protezione meno elevata.

Secondo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, realizzato insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, al 15 aprile la variante inglese (B.1.1.7) era diffusa su tutto il territorio nazionale per il 91,6%. Per quella brasiliana (P.1) la prevalenza era del 4,5%, mentre le altre monitorate sono sotto lo 0,5%, con un singolo caso della cosiddetta variante indiana (B.1.617.2) e 11 di quella nigeriana (B.1.525).

In Italia è proprio la variante indiana a preoccupare nell’ultimo periodo, a causa della gravissima emergenza che si sta verificando in India a causa della quale sono state imposte delle limitazioni dei voli provenienti dal Paese.

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