Agenzia del Demanio. Per la cognata di Gentiloni oggi l’ok dalla Conferenza Stato-Regioni, ma pesano le incompatibilità

La nomina di Alessandra Dal Verme, cognata del commissario europeo Paolo Gentiloni, alla guida dell’Agenzia del Demanio continua a mettere agitazione nella politica romana. Il semaforo verde dal CdM per la parente dell’ex presidente del consiglio è arrivato dopo diversi rinvii dovuti alla necessità di valutare tutte le varie cause di incompatibilità che graverebbero sulla manager del Ministero dell’Economia. Oggi dovrebbe arrivare l’ok definitivo dalla Conferenza Stato-Regioni e autonomie presieduta dal ministro Maria Stella Gelmini. Scontate le conferme di Ernesto Maria Ruffini alla guida dell’Agenzia delle Entrate e di Marcello Minenna alle Dogane e ai Monopoli. Qualche valutazione si annuncia su Alessandra Dal Verme per la guida dell’Agenzia di via Barberini. Sulla dirigente del Mef, l’Avvocatura dello Stato e la Corte dei Conti avrebbero manifestato, come fanno trapelare ambienti romani, pareri negativi perché esistono diversi motivi di incompatibilità: sia politici che tecnici. Innanzitutto le norme dell’Ue vietano a parenti ed affini dei commissari di gestire investimenti comunitari e la Dal Verme è cognata del commissario all’Economia, Paolo Gentiloni: l’Agenzia del Demanio, infatti, dovrà gestire i fondi Green Deal. Ma c’è anche dell’altro. La cognata dell’ex presidente del consiglio essendo, ancora, ispettore generale per gli Affari economici al ministero dell’Economia si trova, anche solo transitoriamente, ad essere ora controllore e poi controllata dell’ufficio che andrà a dirigere. Elementi questi che devono essere valutati bene oggi dalla Conferenza Stato-Regioni e autonomie anche perché alcuni atti firmati dal nuovo direttore del Demanio potrebbero essere giudicati nulli e quindi bloccare l’utilizzo dei fondi del Recovery Found di pertinenza dell’agenzia di via Barberini. Nel caso poi di Dal Verme, si profila un altro motivo di incompatibilità derivante dalla sua appartenenza al ministero dell’Economia, ovvero il controllore del Demanio. E per questi motivi qualche dubbio viene avanzato tra i corridoi del Colle che avrà l’ultima parola sulle nomine dei direttori delle agenzie fiscali: le nomine,infatti, una volta terminato l’iter autorizzativo, dovranno essere firmate dal presidente della Repubblica. E nessuno vorrebbe mettere in difficoltà Sergio Mattarella.

Nonostante questo, sembra, che oggi non ci sarà alcun incidente di percorso nella Conferenza Stato-Regioni e autonomie sulle nomine/ratifiche dei direttori delle agenzie fiscali di stretta dipendenza del ministero dell’Economia. E tra i direttori la Dal Verme è anche la più fortunata visto che la dimora di famiglia, palazzo Gentiloni, si trova a pochissimi passi dagli uffici del Demanio in via Barberini.

EB

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