L’alleanza tra il Partito democratico e il partito dei 5 stelle ha subito nuovamente una battuta d’arresto ed è sospesa per il primo turno delle amministrative di ottobre dove si eleggeranno i governi locali delle più importanti città italiane e poi dovrebbe riprendere a tutto spiano in vista delle prossime elezioni politiche.
‘La situazione è molto chiara. Il nostro giudizio politico nei confronti di Virginia Raggi è molto negativo, come ha chiarito bene il segretario Letta. Ora stiamo scrivendo una nuova storia e non si può scrivere con gli stessi protagonisti. Indipendentemente dalle sintesi di governo nazionale e regionale non possiamo sostenere il percorso di Virginia Raggi, la sua ricandidatura ha escluso qualunque accordo col M5S’, afferma Andrea Casu, segretario del Pd romano, a radio Cusano Campus.
Con questa battuta,
Nel Partito democratico quanto affermato da Letta è stato visto come errore. Errore di dirittura politica anche perché ha seguito la linea zingarettiana che si era legato mani e piedi all’alleanza con il Movimento 5 Stelle. ‘Ma come si può fare una figuraccia del genere e indebolire un profilo come Gualtieri, facendolo apparire come un ripiego?’, è la domanda principe nei discorsi interni agli esponenti dem.
In pratica l’insistenza nel cercare l’alleanza con i 5 Stelle è giudicata fuori luogo. Il caso della candidatura a Roma è diventato emblematico. ‘La responsabilità non è nemmeno di Conte, che alla fine fa il suo gioco, tenendo a bada un Movimento a pezzi. La colpa è di chi si fa irretire da uno che nemmeno è un politico’, analizza una fonte interna dem. Per Andrea Marcucci, ex presidente dei senatori del Pd, i vertici dem hanno sopravvalutato Conte. ‘Non potevamo andare con la Raggi, né lei era intenzionata a mollare. Si doveva uscire prima dall’impasse, non ci voleva molto a capirlo’, dice a IlGiornale.it un esponente del Pd.
‘Eventuale sostegno a Raggi al ballottaggio? Noi non diciamo ‘mai’ a nessuno anche se mi pare molto complicato’, ha detto la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani, a InBlu2000, la radio nazionale della Conferenza episcopale italiana: ‘Noi corriamo per vincere abbiamo la necessità anche di un dialogo stretto con Carlo Calenda. Che in questa prima fase non sarà possibile, ma sarà necessario immediatamente dopo.
Per quanto riguarda la Raggi credo che la nostra non possa non essere una considerazione negativa di quanto fatto in questi 5 anni, è sotto gli occhi di tutti. Corriamo per vincere, il nostro candidato è Roberto Gualtieri abbiamo un campo largo da ricostruire nel quale io mi auguro possa essere protagonista importante anche Carlo Calenda e non solo perché c’è un civismo a cui guardare in modo forte e serio’.
Il tentativo di Giuseppe Conte di riaprire il dialogo con Il Pd per correre insieme alle comunali si scontra con il muro che gli esponenti locali del partito hanno alzato, e continuano a fortificare. Un’escalation che non tutto il centrosinistra condivide e che fa salire la tensione dentro la coalizione. Per Marco Grimaldi, capogruppo di LeV in Consiglio regionale: ‘Un conto è pensare che non ci siano le condizioni per un’alleanza giallo-rossa, un altro è fare di tutto per rendere contendibile la città e spalancare le porte all’onda nera’. E aggiunge: ‘Di sicuro cercare ora nemici da additare in caso di sconfitta non serve. Qual è il piano? Vincere le primarie per poi schiantarsi contro la propria arroganza?’.