Pot for shots

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da James Hansen il seguente articolo:

Pot for shots — C’è qualcosa di motivante nel rischio imminente di morire male. Malgrado la confusissima campagna di vaccinazione anti-Covid messa in atto dalla Ue—capace di minacciare ritorsioni nei confronti del Governo inglese per ottenere scorte del vaccino AstraZeneca proprio mentre ne vietava l’uso sul Continente—la domanda popolare per l’immunizzazione è stata fortissima.

Non è un segreto che l’Italia, come altri paesi europei, sia parecchio indietro nelle vaccinazioni. Ad oggi, solo il 33,3% della popolazione nazionale è stato vaccinato rispetto al 64,9% del Regno Unito e al 57,4% degli Stati Uniti. Anche qui in Italia però stiamo lentamente uscendo dalla fase in cui la gente faceva carte false per ottenere la salvifica puntura.

Il calo d’entusiasmo è ancora più marcato nei paesi anglosassoni, i primi della classe finora. Il problema—perlopiù inatteso—non pare risiedere nelle obiezioni degli svitati anti-vax, bensì nella sostanziale indifferenza dei giovani. Infatti, il rallentamento delle campagne anti-Covid in Inghilterra e
negli Usa coincide con il raggiungimento delle classi d’età che non percepiscono troppo il rischio mortale. L’Italia sta ancora vaccinando i sessantenni, il Regno Unito sta per immunizzare i trentenni, se
ci riesce…

Secondo l’ONS-Office for National Statistics—l’Istat britannico—è il gruppo d’età tra 16 e 26 anni il meno disponibile in assoluto a farsi vaccinare: ed è un dato che sta peggiorando. Negli Usa invece, la CNN ha riferito pochi giorni fa che “il tasso di vaccinazione giornaliero è calato di quasi il 20%
dalla settimana precedente”.

È noto che i giovani tendano, emotivamente, a sentirsi inattaccabili. Nel caso del Covid almeno, hanno perlopiù ragione. Il 95% dei casi mortali in Italia riguarda pazienti di età superiore ai 60 anni e la mortalità Covid al di sotto dei 40 anni è praticamente inesistente. Se i ragazzi non sentono il pericolo per sé, è difficile che possano essere motivati appieno dal pericolo che la loro vulnerabilità possa rappresentare per gli altri. La questione di come persuaderli a subire una fastidiosa vaccinazione sta
rapidamente diventando un affare di stato nel mondo anglosassone.

Gli americani, tendenzialmente terra a terra in queste cose, stanno provando una vasta gamma di tecniche d’incentivazione, perlopiù di tipo “ludico”. Il più curioso—visto dall’Europa—è la proposta “Pot
for Shots”, lo spinello gratuito a chi si vaccina offerto da un rivenditore di marijuana, la Greenhouse di Walled Lake, Michigan, nei pressi di Detroit. Nello Stato del New Jersey chi si fa vaccinare per la prima
volta in questo mese di maggio può bere una birra gratis nei bar e birrifici convenzionati.

La città di New York premia i vaccinati con biglietti gratis per partite di baseball, visite allo zoo e molto altro ancora. C’è anche il richiamo della semplice avidità: i dipendenti dello Stato del Maryland ricevono
un premio di $100 quando si vaccinano. Non mancano i dolciumi: la catena Krispy Kreme offre una ciambella gratuita (ogni giorno!) a chi presenta la tessera da vaccinato.

L’efficacia di queste iniziative—e molte altre simili—è ancora da vedere. Certo, tra spinelli, visite allo zoo, birra e donuts gratuiti, almeno ci si diverte…

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