Con il trascorrere delle ore e dei giorni sta prendendo corpo un drammatico sospetto sulla morte di Diego Armando Maradona: il campione argentino poteva essere salvato? In molti sono convinti di sì, le autorità iniziano a nutrire sospetti fondati e proseguono nelle indagini su quello che verrà ricordato come uno dei fatti di cronaca più rilevanti di questo 2020 decisamente nero.

Le indagini sono affidate alla Procura di San Isidro, che sta mettendo insieme i pezzi di un puzzle complesso, fatto di dichiarazioni, smentite, rapporti dubbi e sospetti. Gli inquirenti dovranno fare luce su un unico punto. Ci sono responsabilità umane nella drammatica vicenda della morte di Maradona? Il D10S, come lo chiamano in Argentina, poteva essere salvato? È stato fatto tutto il possibile per provare a salvargli la vita? Ed è stato fatto nei tempi e nei modi giusti?

Dopo il caso del rapporto dell’infermiera che avrebbe dovuto controllare Maradona nella sua stanza, e che invece non l’avrebbe fatto per farlo riposare, i riflettori dei media si spostano su un altro caso spinoso, quello dell’assenza del medico che aveva operato Maradona al cervello nella giornata del 3 novembre.

Nelle ultime ore di vita di Diego, il medico era a Buenos Aires, ad un’ora di macchina circa dal luogo dove si trovava Maradona. Niente di particolarmente strano, non necessariamente almeno, se non fosse per una voce che circola. Quella di una lite avvenuta nella giornata del 19 novembre, ad una settimana di distanza dalla morte di Diego.

C’è poi un altro punto delicato da chiarire. Le responsabilità di chi ha disposto o comunque accettato le dimissioni di Diego Armando Maradona dall’ospedale dopo la delicatissima operazione alla testa. C’erano le condizioni di sicurezza per disporre il trasferimento del paziente a casa?

Nel pomeriggio del 29 novembre è emersa a mezzo stampa una possibile svolta nel caso della morte di Maradona, con l’iscrizione nel registro degli indagati del medico personale di Diego.

Anche la psichiatra di Diego Armando Maradona è finita nel registro degli indagati per omicidio colposo. Il sospetto è che abbia prescritto al paziente farmaci non adatti al soggetto alla luce delle patologie cardiache di cui soffriva Maradona.

Il medico personale di Maradona, la psichiatra e altri cinque sono accusati di omicidio volontario per la morte del campione argentino. Lo comunica il quotidiano La Nacion.   Si aggrava quindi la posizione degli indagati, ossia due infermieri, il medico che ha dato il via libera al ricovero domiciliare dopo il delicatissimo intervento chirurgico alla testa, uno psicologo, la psichiatra Cosachov, il medico personale, il Professor Leopoldo Luque, e il coordinatore Mariano Perroni.