Il padiglione dell’Albania alla Biennale di Venezia
Nella sua semplicità un padiglione poetico e partecipativo quello dell’Albania, presentato alla 17ª Biennale Architettura di Venezia. Il Paese risponde alla domanda posta dal curatore dell’edizione 2021 Hashim Sarkis “Come vivremo insieme?” con un progetto dal nome “In Our Home”, traducibile in italiano con “La nostra casa”. Il commissario Elva Margheriti, Ministro della Cultura della Repubblica di Albania ha nominato come curatori ed espositori Fiona Male, Irola Andoni, Malvina Ferra e Rudina Brecani, con il supporto del Comune di Tirana e il sindaco Erion Veliaj e in collaborazione con l’archivio centrale del film da Albania.
Il progetto è un omaggio all’alto valore della vicinanza e del vicinato, elemento fondamentale della società preglobalizzata dell’Albania sovietica.
I vicini come e più dei parenti erano i testimoni di una vita fatta di semplicità e di condivisione, di spazi creati per loro in ogni casa.
La stanza degli ospiti era il soggiorno, divano tappetto e merletti sopra il tavolo. Dolcetti turchi pieni di zucchero e noci, caramelle e caffe turco era quello che si offriva.
Almeno una caramella! – si diceva se l’ospite non voleva nulla e se non la voleva, la doveva prendere e mettere in tasca.
Oltre a un stretto rapporto con i vicini che erano parte della famiglia si condivideva tutto, gioie dolori, pane, zucchero e sale.
Le foto che pochi potevano fare perché costavano metà dello stipendio mensile erano dei tesori dove era di uso scrivere data, nomi ed evento.
“I concorsi delle Miss poi erano davvero divertenti, io essendo sempre giudice facevo vincere mia sorella come miss sorriso, data la
mia influenza l’ho fatta vincere anche quando ha rotto il dente di fronte, sempre Miss Sorriso! Un titolo che avevo scelto io per lei per aiutare l’autostima.” mi racconta Ina, albanese di nascita, italiana d’adozione, cosmopolita per inclinazione, professione ed amore, incontrata proprio al padiglione dell’Albania.
Il padiglione ricostruisce una camera degli ospiti. I fruitori entreranno dentro uno spazio tipico albanese del XX secolo fatto di mobili moderni astratti dove potranno vedere proiettate immagini di quel vicinato che ha arricchito la vita di tutti giorni fino all’avvento della globalizzazione e del suo solipsismo.
I visitatori potranno prendere cartoline con foto stampate dell’epoca, con scritte dietro le storie di vita quotidiana espresse nell’immagine: una giornata al mare, il concorso di Miss Vicina, un compleanno di bambini, un capodanno o una passeggiata in città fra ragazze dello stesso condominio vestite con gli abiti migliori per andare a prendere un gelato. Queste le tante foto inviate dai cittadini albanesi chiamati a partecipare alla costruzione di questo padiglione così nostalgico e pieno di senso. Un monito a riscoprire l’importanza della conoscenza e frequentazione della comunità a partire proprio dai più prossimi: i nostri vicini!
Barbara Lalle