IL TEMPIO INTERNAZIONALE DELLA MUSICA ELETTRONICA LANCIA IL PRIMO MUSEO DENTRO UNA DISCOTECA IN ITALIA, ANCHE DIGITALE. NE ABBIAMO PARLATO IN QUESTA INTERVISTA CON MIKE PAGLIARULO DEL COLLETTIVO UNFOLLOW ADVERTISING E DIRETTORE ARTISTICO DEL MUDI
“Sarà il Cocoricò a plasmare le forme d’arte che verranno ospitate”. Con queste parole Mike Pagliarulo del collettivo Unfollow Advertising, annuncia la nascita del MUDI MUseo DIscocratico: il primo museo ospitato in un club in Italia, ovvero il Cocoricò di Riccione, del quale Pagliarulo è direttore artistico. Chiuso dal 2019, uno dei luoghi internazionali della musica elettronica è entrato nell’ultimo mese di crowdfunding per ultimare la ristrutturazione e lanciare in simultanea il primo museo dentro una discoteca in Italia. Da sempre locale all’avanguardia e attento ai nuovi movimenti culturali, frequentato dal mondo dell’arte e della musica (tra cui il compianto Franco Battiato) il Cocoricò accoglierà nei suoi nuovi spazi progetti di artisti tra videoarte, performance live, musica dal vivo, pittura, scultura, fotografia, teatro e cinema. Obbiettivo? Valorizzare i giovani talenti del panorama italiano. Il MUDI sarà parte integrante del Cocoricò e proporrà mostre e performance in parallelo alle leggendarie serate che hanno fatto la storia del clubbing. Non mancherà poi un calendario di esibizioni e incontri speciali pianificati nel corso dell’anno. Il Museo prenderà forma anche in versione digitale attraverso esperienze immersive nel mondo della NFT art e dell’arte 3D. Abbiamo pensato di parlarne con Pagliarulo in questa intervista. Come nasce l’idea di un museo dentro il tempio della musica techno Anni Novanta? Il museo nasce dalla necessità di riportare un po’ di sperimentazione nel mondo della notte. Nelle foto storiche che presenteremo ci siamo resi conto di quanto fossero più liberi quegli anni rispetto a oggi, e questo è assurdo. E quindi nasce dalla necessità di voler sporcare questo mondo della notte che si è arroccato su una torre d’avorio per una commistione per l’appunto di arti e di persone, come succedeva allora perché crediamo che sia un po’ quello il DNA del Cocoricò. Chi c’è dietro il progetto? Enrico Galli e Antonella Bonicalzi sono i proprietari del Cocoricò. Per quanto riguarda la direzione artistica musicale c’è Alex Franconeri, uno dei migliori booker in Italia. Per la comunicazione il collettivo di Unfollow Advertising. L’idea del museo nasce un po’ da Enrico Galli e Mike Pagliarulo, che sarei io, con l’obiettivo di far entrare per la prima volta al Ministero della Cultura una discoteca. Io sono imprenditore nel mondo della pubblicità ma anche nel mondo del cinema – quest’anno ho anche vinto il Festival del Cinema di Roma con un cortometraggio, sto producendo un film, insomma quindi organizzo già eventi nel mondo dell’arte e ho diverse collaborazioni con altri studi d’arte in Italia. Questo è il team del MUDI, oltre poi ad esserci il team della gestione del locale, il cui fulcro sarà sempre la musica, che è la cosa più naturale. Su quale tipologia di pubblico puntate? Sarebbe stupido puntare su tipologie di pubblico che non siano del locale. Quello che ci siamo detti è: abbiamo una grandissima responsabilità, cioè veniamo seguiti da tantissimi ragazzi molto giovani e ovviamente anche da ragazzi molto più adulti, però il fulcro del locale è sempre 18-25. La nostra idea è quella di parlare a questo pubblico, dargli l’arte senza che loro ce la chiedano, cioè gli arriverà e basta: il Cocoricò gli mostrerà dell’arte a prescindere che loro lo abbiamo chiesto o no. Siamo convinti che il pubblico giovane risponderà benissimo, oltre al fatto che il MUDI, anche solo come provocazione, sarà un museo che farà 8mila presenze al weekend, e quindi vorremo vedere poi come anche la gente interagirà con le nostre opere.
Come vi interfacciate col territorio circostante? Abbiamo già intrapreso un percorso con la Regione Emilia-Romagna, perché il riconoscimento di un museo avviene attraverso la Regione, abbiamo già scaricato tutti i regolamenti per essere un museo riconosciuto. Ci sono delle criticità visto che è anche una sala da ballo, però abbiamo subito iniziato a presentare il progetto ovviamente sul territorio, quindi ci piacerebbe poi organizzare degli eventi che esulino da quello che è la notte e quindi dall’apertura del locale per organizzare degli eventi aperti a un pubblico estremamente più ampio, quindi degli eventi diurni dedicati proprio o a performing art oppure a mostre delle opere che siamo riusciti a catalizzare all’interno del Cocoricò. Che tipo di programmazione avrà il museo? Abbiamo deciso di creare un museo misto con diversi spazi, in parte dedicati agli archivi storici in parte in dialogo con la sala da ballo, dove inviteremo giovani artisti a realizzare video art (avremo pareti di led, schermi) ma anche sculture (il nuovo spazio all’aperto ci piacerebbe che sia dedicato alla scultura), ma anche pittura, fotografia perché gli spazi al Cocoricò non mancano. A seconda dei progetti che ci vengono presentati sceglieremo ovviamente cosa inserire all’interno del locale. Ci piacerebbe poi coinvolgere giovani artisti italiani, perché crediamo che la valorizzazione del territorio sia fondamentale per poi rendere internazionale il locale. Su quali ambiti artistici lavorerete? Non ci saranno limiti, tanto è vero che lanceremo anche il progetto del museo digitale con l’idea di abbracciare le nuove forme d’arte: 3D art, NFT art ecc. Ci faremo affiancare da Lorenzo Fornaciari che è un 3D artist italiano giovanissimo, ma veramente promettente e con lui vorremmo creare un collettivo per creare un’esperienza virtuale totale, quindi si potrà visitare un museo all’interno del Cocoricò che in realtà non esiste a livello fisico, quindi proprio un museo parallelo dove esporremo NFT art, 3D art per creare il primo museo dedicato all’arte digitale in Italia: un museo interamente fruibile da casa dal proprio cellulare, dal computer o addirittura dal proprio VR, quindi realtà virtuale.
By Claudia Giraud – artribune.com