Silvio Berlusconi e la federazione con la Lega

Enrico Letta a giorni alterni attacca Matteo Salvini sul   tema della   giustizia: ‘Salvini  ha  detto che non vuole fare la riforma della giustizia  con noi, e vuole buttare la palla in calcio d’angolo. Noi invece diciamo che la riforma la vogliamo fare oggi in Parlamento.  Ogni giorno il governo fatica perché c’è una maggioranza eccezionale, non saremo mai più al governo con Salvini, come non lo siamo mai stati’.

Appena qualche giorno fa il segretario Enrico Letta aveva definito Salvini ‘una persona vera’. Oggi è il caso di tornare a fare quello di sinistra che attacca la destra. Altrimenti addio ai voti. E il referendum chiesto dalla Lega e dai radicali sulla giustizia è il terreno di battaglia perfetto, anche all’interno delle stesse forze politiche e dello stesso centrosinistra: ‘Il referendum allontana la soluzione, non la avvicina. Oggi abbiamo un’occasione unica e straordinaria per fare la riforma della giustizia. Ho molta fiducia nel ministro Cartabia e in Draghi. Cartabia passerà alla storia come il ministro che avrà superato la contrapposizione politica decennale sulla giustizia’, dice Letta a Rainews24. E aggiunge: ‘Incontrare Salvini sulla giustizia? Io incontro tutti, ma vedo che Salvini ha un’altra agenda su questo punto, pensa che il referendum sia meglio. La mia impressione è che lo fa perché non vuole affrontare questo tema oggi, non vuole fare la riforma con noi e con il referendum butta la palla in calcio d’angolo. Noi siamo per farla subito’.

‘La settimana scorsa Letta accusava Salvini di voler buttare la palla in tribuna, oggi in calcio d’angolo. È evidente che a Letta non è chiara la partita che Salvini, insieme al Partito radicale, sta giocando. Sulla questione giustizia abbiamo due visioni e proposte molto diverse, al punto che ci divide il senso stesso di giustizia. Oggi riteniamo che, grazie al fatto che la Lega non ha aderito ma promosso i referendum, vi sia la possibilità di incardinare un processo di riforma della giustizia che non si esaurirà con i referendum. E per cosa dovremmo sacrificare questa occasione storica, per giocare a subbuteo con Letta?’.

Il leader della Lega risponde: ‘Non mi stupisce che Letta non sia d’accordo, probabilmente non ha letto i testi dei referendum sulla giustizia perché forse è impegnato a controllare le correnti interne al Pd. I testi dei referendum non c’entrano niente con le riforme che noi sosteniamo e sosterremo in Parlamento. A Letta hanno risposto bene il senatore Marcucci e l’onorevole Bettini che hanno detto che i referendum sono uno strumento utile e da sostenere’.

Intanto, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato i sei quesiti depositati in Cassazione. Sarà necessario ora raccogliere 500mila firme per ottenere il referendum su iniziativa popolare. In alternativa sarà sufficiente avere la richiesta di cinque Consigli regionali.

In realtà Salvini al momento segue l’idea e il percorso promosso da Silvio Berlusconi che promuove la federazione del centrodestra. La proposta non riscuote consensi in Forza Italia: ‘Allo stato non c’è alcuna ipotesi di fusione con la Lega. Salvini ha fatto una proposta di federazione, non di fusione. Abbiamo cominciato a esaminare l’argomento. Non saremo mai succubi o annessi al Carroccio. Noi siamo fieri della nostra identità, della nostra storia. E poi ci sarebbe un problema a Bruxelles. Noi facciamo parte del Ppe, la Lega no. E quindi, a livello comunitario, non si può fare un gruppo unico. Altro tema è se Salvini decidesse di avviare un percorso di avvicinamento al Ppe. Noi potremmo agevolare questo cammino. Ma la Lega non ce l’ha mai chiesto. Berlusconi vuole la collaborazione di tutte le forze che compongono il centrodestra. Sì a forme di collaborazione più solide con i nostri partner, no alla rinuncia del simbolo e della storia di Fi. Il nostro partito ha un patrimonio di relazioni internazionali unico, ha credibilità all’estero e cultura di governo. L’esistenza di Fi è un bene per tutti. Invece di parlare di fusione, ritengo che il modello migliore sia la Casa delle Libertà’.

Berlusconi accarezza l’idea di una federazione tra Forza Italia  e la  Lega che teme  Giorgia Meloni.  Salvini, annettendo Forza Italia si rafforzerebbe,  impedendo  una maggioranza Ursula, unico deterrente che Draghi ha per scongiurare la caduta del suo governo.  Si ricorda quando Berlusconi saldò Forza Italia e Alleanza nazionale creando ‘Il Popolo delle libertà’. Nel 17 novembre del 2007, a Milano, in una manifestazione di Forza Italia, Berlusconi  sale sul predellino di un’automobile e lancia la proposta: ‘Oggi nasce ufficialmente un nuovo grande partito del popolo delle libertà: il partito del popolo italiano. Anche Forza Italia si scioglierà in questo movimento. Invitiamo tutti a venire con noi contro i parrucconi della politica in un nuovo grande partito del popolo’. Gianfranco Fini non ne sapeva nulla ma dovette cedere facendo confluire il suo partito nella proposta. Oggi, con questa proposta, vuole arginare Giorgia Meloni che comunque si tira fuori dall’idea della federazione: ‘E’ una proposta governativa, io sono all’opposizione’. Per ora Berlusconi determina una potenziale rottura con Mara Carfagna e Mariastella Gelmini, da tempo su posizioni centriste e antileghiste, che già hanno detto di no, senza contare che potrebbero esserci conseguenze sul governo, visto che le due esponenti siedono nell’esecutivo di Mario Draghi. Mara Carfagna ha osservato: ‘Oltre alle opzioni messe in agenda da Salvini — federazione o fusione — esiste una terza via: lavorare per riaffermare la centralità dei liberali nella coalizione e nel Paese. Perché gli elettori liberali di Forza Italia, in caso contrario, non capirebbero’. Tanti no nel partito, tra cui quelli di Maurizio Gasparri, di Sestino Giacomoni e di Marco Bestetti, leader dei giovani. D’accordo con l’ipotesi, invece, i partiti centristi i cui leader  sono stati tutti sentiti da Salvini. Chi invece declina, come detto,  è Giorgia Meloni, che parla di ‘fusione a freddo’: ‘La federazione riguarda i gruppi del centrodestra che sono con Draghi, uno strumento per difendersi dallo strapotere della sinistra nella maggioranza. Operazione giusta che però non riguarda FdI’.

Il primo passo concreto della federazione, di cui ancora manca il nome, è l’unione dei gruppi parlamentari. Salvini  spera di arrivare al dunque a fine giugno o inizio luglio. Non semplicissimo: i nuovi gruppi, per esempio, dovrebbero avere nuovi capigruppo. Mentre i ministri non sarebbero più dei partiti d’origine ma della nuova federazione: ‘Sarebbero i ministri dell’unico centrodestra di governo’.

Silvio Berlusconi della nuova federazione potrebbe essere il presidente, anche se in Lega sono tutti convinti che la partita che lui sta giocando per la presidenza della Repubblica. Certamente, il nuovo soggetto di centrodestra avrà più carte da giocare nell’elezione del capo dello Stato. Salvini  pensa ad una forza maggiore in tutte le prossime partite parlamentari: ‘Sulle riforme se la voce più importante diventa quella del centrodestra, è certamente una buona cosa. Soprattutto con i dem e i 5 stelle lacerati come sono’.

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