Enrico Michetti, avvocato amministrativista e docente universitario, opinionista con il gusto della provocazione su Radio Radio: il nome gradito a Giorgia Meloni  è passato dopo un’impuntatura della leader, che gradualmente nell’ultimo mese aveva aumentato il pressing sugli alleati, affinché si convincessero che Michetti, ufficialmente senza bandiere di partito, fosse davvero il “Mr.Wolf” in grado di risolvere i problemi: in particolare quelli di una coalizione scossa dalla lotta per la leadership, dalle polemiche sulla federazione, dal caso Copasir.  Meloni ha tuonato martedì in televisione  e contemporaneamente ha fatto i passi necessari – assieme a Ignazio La Russa – per sensibilizzare Berlusconi e convincerlo a far venir già il muro forzista nella Capitale.

Antonio Tajani ha dovuto riporre la carta Gasparri, che pure non aveva mai smesso di credere nell’ipotesi della candidatura. Il resto sono dettagli, aggiustamenti degli equilibri: la trovata finale, quella di dare rango di pro-sindaca a Simonetta Matone, l’altra civica in corsa sponsorizzata da Salvini e Tajani, è stata di Vittorio Sgarbi, che rivela nel frattempo di aver strappato al “tribuno della radio” una nomina a potenziale assessore alla Cultura. Così, in ogni caso, è stata data almeno una parvenza di pari dignità anche a Lega e Forza Italia. Poi arriveranno le compensazioni negli altri enti locali: su Milano la scelta sarà del segretario della Lega, che ancora un candidato vero non ce l’ha e presumibilmente pescherà in una terna di civici composta da Oscar di Montagny, Maurizio Dallocchio e Fabio Minoli, con Maurizio Lupi nell’insolita veste di outsider e magari, chissà, un pro-sindaco pure sotto la Madonnina. Forza Italia? Avrà il candidato della Regione Calabria, nella persona del capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto, ma per la formalizzazione occorre che Salvini ne parli con il governatore facente funzioni Nino Spirlì, che non sembra entusiasta. E agli azzurri spetterà anche la nomination a Bologna, contesa fra il senatore Andrea Cangini e l’editore Roberto Mugavero. A Torino è ufficiale la nomina di Paolo Damilano, su Napoli continua il braccio di ferro fra i leader – in particolare Giorgia Meloni – e il magistrato Catello Maresca, che non vuole simboli di partito sotto la sua candidatura.

Michetti, secondo i sondaggi, al ballottaggio sarebbe favorito con Gualtieri.